BIELLA. MENTRE E’ IN CORSO IL PRIMO PROCESSO SFREGIATA LA SECONDA VOLTA PERCHE’ MAROCCHINA…

 

BIELLA. MENTRE E’ IN CORSO IL PRIMO PROCESSO SFREGIATA LA SECONDA VOLTA PERCHE’ MAROCCHINA… E PERCHE’ IL TRIBUNALE NON ASSUME NESSUNA MISURA RESTRITTIVA NEI CONFRONTI DELL’AGGRESSORE!

Oriana, la ragazzina biellese con madre marocchina e padre italiano che era stata sfregiata con una svastica su un braccio, ha denunciato a distanza di un anno e mezzo un secondo episodio di violenza pressoché simile al primo e con lo stesso protagonista. Ma non è l’unica. Al liceo Giulio Cesare di Roma sarebbe avvenuta la stessa cosa, che però non ha trovato risalto sui giornali. Anche lì la ragazza è stata fermata dai compagni, che con un temperino le hanno disegnato una svastica sulla guancia. Un episodio inquietante.

Quanto è accaduto nuovamente alla giovane di Biella, alla quale è stata di nuovo inciso sulla pelle una sorta di croce uncinata. L’autorità giudiziaria, secondo quanto riferito dal quotidiano «La Stampa», ha avviato accertamenti. Ma oltre alle solite procedure di rito pare non sia stata in alcun modo in grado di fermare la mano dell’aggressore e il ripetersi della violenza.  

La ragazza ha 15 anni e l’accusato 17. Gli investigatori stanno cercando di appurare che cosa sia realmente successo nuovamente a Tollegno, dove la famiglia di Oriana vive ancora anche se, proprio per colpa di quella vicenda, la mamma della ragazza aveva chiesto che le fosse assegnata una casa popolare a Biella.

La prima volta era avvenuto alla fine di settembre 2005, quando la giovane era stata aggredita dal «branco». Secondo la sua ricostruzione era andata ad un appuntamento per difendere il fratellino dalle angherie dei ragazzi più grandi.

Il processo davanti al Tribunale per i minorenni di Torino non è ancora concluso.

L’unico imputato è il giovane che avrebbe tracciato la svastica, che non è mai stato oggetto di provvedimenti restrittivi, nonostante le accuse di ingiurie (chiamava in modo dispregiativo la ragazza «negra»), lesioni, tentata estorsione e rapina per la sottrazione al fratello di Oriana di un cellulare. Ma anche altre quattro persone sono state querelate dalla famiglia per aver cercato di depistare le indagini. Gli avvocati di Oriana, inoltre, avevano promosso anche una causa civile parallela per chiedere il risarcimento dei danni.

LA NUOVA DENUNCIA DI ORIANA

«Ho un’altra svastica sul braccio» . Oriana dice che gliel’ha fatta lo stesso ragazzo: quello che venti mesi fa, a fine settembre 2005, l’aggredì in un vicolo, urlandole «sporca negra».

Lei aveva 13 anni, lui 16. Lei italo-marocchina, lui biellese di Tollegno, paese di collina. Da quel giorno diventò la ragazzina «marchiata» (con una pietra). Ora la storia si ripete: c’è una denuncia, un’indagine in procura, ci sono le foto del segno sulla pelle, che assomiglia più a una croce che al simbolo nazista. L’inchiesta è aperta, tutti tacciono. Perfino i legali della famiglia, quelli di «Avvocati senza frontiere»: «In questo momento – dicono – non possiamo parlare, per il bene della ragazza».

Il bis

Gli investigatori stanno cercando di capire che cosa sia successo. E, soprattutto, come sia potuto accadere di nuovo: alla stessa persona e nello stesso modo. Già la prima svastica aveva segnato la ragazza più nell’anima che sulla pelle. Quella pelle bruna che i giovani del «branco» avevano preso di mira: erano andati avanti per giorni, prima dell’aggressione, a dirle che era «una negra» e che tornasse in Africa. In realtà il padre di Oriana era italiano (è morto da alcuni anni), la madre marocchina abita nel nostro Paese da una vita. Ha altri due figli, Oriana è stata picchiata la prima volta proprio per difendere uno dei fratelli. Anche lui era stato preso di mira dal branco: minacce, vessazioni, il furto di un telefonino. La ragazza, per fare giustizia, una mattina accetta la sfida: con la scusa di gettare la spazzatura va nel vicolo, per un incontro di chiarimento col sedicenne. Ne esce pesta e graffiata ma alla madre non dice nulla. Si scioglie i capelli per non far vedere i lividi, tiene le maniche abbassate per non far vedere la svastica. Solo dopo, a scuola, racconterà tutto, piangendo.

Quel giorno Oriana, alla madre che cercava di consolarla, disse parole disarmanti: «Perché non mi dai una pillola per diventare bianca? Voglio che mi lascino stare». Qualche politico, come il presidente della Provincia, si precipitò a portarle «la solidarietà di tutti i biellesi che non sono razzisti», e l’invitò a non andarsene. Difatti la famiglia della ragazza è rimasta a Tollegno, anche se la madre ha chiesto che le venga assegnata una casa popolare a Biella.

Il sindaco. Continuare a vivere in paese, dove comunque molte persone l’hanno sempre aiutata e difesa, fa ricordare troppe cose brutte. «Mia figlia ora vive nella paura», aveva detto la mamma, Ilhame Ajid, davanti alle telecamere del Maurizio Costanzo Show. Il caso di Oriana era stato cavalcato anche dalla Iadl, la Lega contro la diffamazione anti-islamica, e il sindaco di Biella aveva proposto di costituirsi parte civile, al processo, per difendere l’immagine di una città «bollata come razzista». Ora un altro segno sul braccio torna a svegliare i fantasmi dell’intolleranza, anche se solo le indagini della procura potranno chiarire come stiano davvero le cose.

Il processo per il primo episodio non è concluso.

L’imputato è uno solo: il ragazzo dell’aggressione. È accusato di ingiurie, lesioni gravi, tentata estorsione e addirittura di rapina, per via del furto del cellulare al fratello della giovane. I legali della famiglia, però, hanno querelato altre quattro persone, fra cui una ragazza, che avrebbero fatto pressioni su Oriana per non farle raccontare nulla. Nel 2005 non era servito. E anche stavolta Oriana ha denunciato tutto.

Comincialitalia.net

 http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/05_Maggio/25/svastica_nuovo_episodio.shtml

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