LE MANI DELLA 'NDRANGHETA SULLA LOMBARDIA. ARRESTATI POLITICI, IMPRENDITORI E APPARTENENTI ALLE FORZE DELL'ORDINE

 
Tra gli indagati anche politici ed  appartenenti alle forze dell’ordine Volevano infiltrarsi nell’Expo 2015.
Maroni: “colpito cuore del sistema”.
ROMA
Trecento arresti tra la Calabria e il Nord Italia: è la maxi operazione più grande mai eseguita dalle forze dell’ordine (Carabinieri e Polizia) contro la ’ndrangheta. Impegnati per il blitz 3000 uomini, gli arrestati sono accusati di associazione di tipo mafioso, traffico di armi e stupefacenti, omicidio, estorsione, usura ed altri gravi reati.

Secondo gli investigatori l’indagine ha messo in evidenza una direzione strategica nella città di Reggio Calabria, cui farebbero capo i «mandamenti» della ’ndrangheta della provincia e quelli del nord Italia e dell’estero, dalle Americhe all’Australia. In pratica è stato colpito lo schema organizzativo della mafia calabrese, mutuato dalla mafia siciliana. Centoventi i fermi disposti dalla Dda di Reggio Calabria; 180 gli arresti disposti dalla magistratura di Milano. Nella rete degli investigatori sarebbero finiti tutti i capi dei clan del reggino. In manette oltre ai vertici delle cosche calabresi, anche 4 carabinieri, un direttore della ASl di Pavia.

Secondo i magistrati di Reggio Calabria e di Milano la ’ndrangheta, dopo un lento processo evolutivo, già delineato da alcuni collaboratori di giustizia nei primi anni ’90, ha raggiunto una nuova configurazione organizzativa, in grado di coordinare le iniziative criminali delle singole articolazioni, soprattutto nei settori del narcotraffico internazionale e dell’infiltrazione negli appalti pubblici. È stato documentato tecnicamente come le cosche della provincia di Reggio Calabria costituiscano il centro propulsore delle iniziative dell’intera organizzazione mafiosa, nonchè il punto di riferimento di tutte le proiezioni extraregionali, nazionali ed estere. Le indagini sarebbero partite dall’omicidio di Carmelo Novella, detto compare Nuzzo, nominato capo di questo organismo, ma fatto uccidere, il 14 luglio del 2008 in un bar di San Vittore Olona, dai calabresi per le sue tendenze giudicate eccessivamente autonomiste.

Tra gli indagati ci sono anche quattro, tra brigadieri e appuntati dei carabinieri di Rho (Milano), l’ex assessore provinciale di Milano Antonio Oliviero (per corruzione e bancarotta) e l’assessore comunale di Pavia Pietro Trivi (per corruzione elettorale). Arrestato per associazione mafiosa e corruzione anche il direttore dell’Asl di Pavia, Carlo Antonio Chiriaco. Le indagini hanno anche portato all’arresto di Francesco Bertucca, 57 anni, imprenditore edile di Pavia, e di Rocco Coluccio, biologo e imprenditore. Insieme al direttore dell’Asl di Pavia sono accusati di essere stati organici alla ’ndrangheta e di essere il punto di congiunzione con l’organizzazione agli ordini del boss Pino Neri. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, si è congratulato con il Capo della Polizia-Direttore generale della Pubblica Sicurezza Antonio Manganelli, e con il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, «per l’eccezionale operazione antimafia condotta oggi in varie regioni d’Italia». «Si tratta in assoluto – afferma Maroni – della più importante operazione contro la ’ndrangheta degli ultimi anni, che oggi viene colpita al cuore del suo sistema criminale sia sotto l’aspetto organizzativo che quello patrimoniale».

Nell’inchiesta emerge il tentativo di mettere le mani sugli appalti dell’Expo 2015. E’ stato ricostruito il tentativo di assorbire nell’organizzazione criminale importanti aziende lombarde operanti nel settore edile che versavano in condizioni di difficoltà economica, allo scopo di costituire imprese ad hoc, in grado di partecipare direttamente all’affidamento degli appalti per l’Expo 2015. Un progetto ambizioso che non si è concretizzato a causa del mancato risanamento della Perego, società attualmente sottoposta a procedura fallimentare. Nell’inchiesta, inoltre, emerge un radicamento sempre maggiore della ’ndrangheta in Lombardia e nell’hinterland. Da alcune intercettazioni e a detta degli stessi indagati, «sarebbero operativi in Lombardia 500 affiliati della ’ndrangheta».

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201007articoli/56668girata.asp
Blitz anti-‘ndrangheta, 300 gli arresti. Le mani delle cosche sulla Lombardia.

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