La pena di morte è stata abolita dalla Costituzione nel 1948. In carcere muoiono però ogni anno più di 100 detenuti in circostanze misteriose. Ad esempio un ragazzo può morire di infarto a Livorno, lo dice il medico del carcere, con otto costole rotte, due denti spezzati, due buchi in testa, mandibola, sterno e polso fratturati. Di infarto, non a causa di un pestaggio. Marcello Lonzi, un ragazzo, era stato condannato per tentato furto, nove mesi di reclusione. Sua madre vuole la verità e le scuse dallo Stato che avrebbe dovuto vigilare sulla vita di suo figlio.
Intervista a Maria Ciuffi, mamma di Marcello Lonzi.
Otto costole rotte, due buchi in testa per un infarto.
“Sono Maria Ciuffi, la mamma di Marcello Lonzi, morto l’11 luglio 2003 nel carcere Le Sughere a Livorno. Fu arrestato per tentato furto, nove mesi di reclusione, dopo quattro mesi mio figlio muore. Nessuno mi avverte, non vengo avvertita né dai Carabinieri né dalla Polizia, ma soltanto da una zia il giorno 12 alle 13: 20, quando mi vengono a avvertire a casa, dicendo che mio figlio è morto. Io ho detto “ E’ impossibile, sarà un errore!”,corro al carcere e dopo un’ora e mezzo – ricordo benissimo – sotto il sole mi vengono a dire che mio figlio non c’era, ma che gli stavano già facendo l’autopsia. Naturalmente non ero in me con la testa, ero in confusione e non ho mai pensato, in quel momento, di mettere un perito di parte. A settembre rientra il Pubblico Ministero che aveva svolto le indagini e mi dicono che è morto d’infarto, però quando l’ho visto il giorno 13 nella bara quello che non mi è.. quelli che mi sono apparsi subito all’occhio sono stati i tre segni che lui aveva sul volto e i tre segni erano molto profondi. Poi degli amici gli hanno voluto mettere una bandana, una fascia alla fronte e lì ci siamo accorti che lui aveva un buco, perché il dito è penetrato dentro. Aspetto settembre /ottobre, se mi danno un po’ di risposte, il magistrato è il dott. Roberto Pennisi e lui continua a dirmi che è morto d’infarto o è morto da stress, come c’era scritto sulla perizia. Nel 2004 viene archiviato tutto con morte per cause naturali: ora io, in possesso della perizia, dove leggo che ci sono due costole rotte, una mandibola fratturata (sinistra), lo sterno fratturato, un’escoriazione a V, insomma, morte per arresto cardiaco, per infarto, mi sembra strano. Comunque viene archiviato il 10 dicembre, allora avevo l’avvocato Vittorio Trupiano di Napoli, a quel punto mi dice “Guarda, Maria, non c’è da fare niente, l’unica cosa che si può fare per fare riaprire il caso è che, se tu vuoi, però rischi, devi denunciare un magistrato o a Bologna, o a Firenze, o a Genova”. Niente, vado a Genova, presento denuncia al magistrato Pennisi, dopo quattro mesi circa vengo chiamata a Genova e il dott. Fenizia di Genova archivia la denuncia al magistrato Pennisi, ma fa riaprire il caso alla Procura di Livorno, dicendo che, basandosi sulle foto, che facciano ulteriori indagini, perché c’è qualcosa che non torna.
Nel 2006 viene riesumata la salma di mio figlio e si scopre che le costole non sono più due, ma bensì otto e che non c’è solo un buco in testa, ma ce ne sono due, di cui uno profondo fino all’osso e addirittura ci trovano attaccata la vernice blu scura della cella. Si trova anche il polso sinistro fratturato, di cui il primo medico legale Alessandro Bassi Luciani non aveva parlato. A questo punto, parlando con l’avvocato, dice “Qui c’è qualcosa che non torna, queste sono botte”, perché dalle foto si capisce che sono botte, però quello che ho notato è che hanno riarchiviato adesso, nel 2010 a insaputa nostra.Io ero stata convocata per il 25 maggio e invece il 19 vengo chiamata addirittura dai giornalisti di Livorno, che mi dicono: “Signora Ciuffi, il Procuratore capo Francesco De Leo ha chiesto l’archiviazione” Io dico: “ E’ impossibile, perché sono stata convocata per il giorno 25 dal dott. Giaconi, quello che sta svolgendo le indagini”, invece purtroppo era così.
Una mamma sola contro lo Stato.
Tutto questo perché? Perché il mio medico legale pensava che io arrivassi al processo e invece il processo non l’ho mai avuto, sono sette anni quest’anno che non ho mai avuto un processo e le due archiviazioni sono state fatte.. io, l’avvocato e lo stesso G.I.P., Rinaldo Merani, che è lo stesso del 2004 e del 2010. Anche questo mi sono chiesta: se dovevano rimettere lui, non lo so. Diciamo. Però penso che, guardando le foto anche il più imbecille, come sono io, che non sono nessuno, vede che mio figlio è stato picchiato. Oltretutto ho dovuto cercare un medico legale a Genova, perché in Toscana nessuno mi avrebbe aiutato, perché mi sono rivolta a uno e mi è stato riferito “Signora Ciuffi, si cerchi un medico legale fuori dalla Toscana, perché in Toscana non l’aiuterà nessuno”. Di Livorno dicono che è una città rossa, di comunisti, di.. così, perché praticamente abito a Pisa, però sono cresciuta a Livorno, mi sono sposata a Livorno, ho partorito a Livorno, mi sono separata a Livorno, ho fatto tutto a Livorno e credevo che i livornesi, proprio la gente di Livorno fosse diversa. Io invece ho avuto un aiuto e un risalto più da un centro sociale, altrimenti non se ne parlava. Ho fatto lo sciopero della fame per avere giustizia, per chiedere, per sapere perché mio figlio è morto e penso che io non abbia chiesto poi granché, perché in fondo credo che ogni mamma abbia diritto di sapere come è morto il proprio figlio. Ora sono arrivata a un punto che sinceramente non ce la faccio più e sono in Cassazione. Perché è dal 3 giugno che è stata depositata in Cassazione a Roma e ancora la sentenza non è stata emessa. Non mi aspetto granché, come mi ha detto l’avvocato. A quel punto ricorrerò a Strasburgo, però tutto quello che mi fa un po’ rabbia è che mio figlio non era un santo, l’ho sempre detto, era la prima volta che veniva arrestato e andava in carcere, poi te lo danno, te lo vedi chiuso in una bara tutto spaccato e ti devono prendere in giro, perché io penso che la Giustizia mi abbia preso in giro dicendo che è morto d’infarto. Io sono del parere che se sbaglio è giusto che paghi, come ha sbagliato mio figlio, e pagava, devono pagare anche gli altri, chi ha sbagliato, chi l’ha picchiato o perlomeno anche chi ha cercato di insabbiare tutte queste cose, perché per me hanno voluto insabbiare. La Procura di Livorno ha voluto insabbiare e queste sono cose che io ho detto in faccia sia al Procuratore che al G.I.P. che ha archiviato. C’era un compagno di cella che ha dichiarato “Io dormivo, quando ho sentito un tonfo in terra” e poi invece quando è uscito dal carcere.. perché c’è da premettere una cosa: il compagno di cella era entrato in carcere da dieci giorni, dopo la morte di mio figlio ha preso subito due giorni di permesso premio. Questo ragazzo, il compagno di cella, non aveva un livido, non aveva niente. Bene, l’ho incontrato fuori e invece mi ha detto “Io non c’ero, io ero a fare la doccia”. Dalle testimonianze che ho letto di 1.600 interrogatori dei detenuti e guardie, ma più che altro io e l’avvocato ci siamo basati sui detenuti, risultano due detenuti che dicono.., “Abbiamo visto il Lonzi prendersi con un appuntato”, l’appuntato gli ha detto “Stai buono”. Insomma si sono un po’ presi a parole, dicono “Poi il pomeriggio alle tre ci hanno chiuso blindati e si sentiva correre su e giù voci sconosciute, la mattina dopo del giorno dopo ci hanno detto che Marcello era morto”. Sui verbali scritti invece risultano contraffatti, perché si vede che sono ritoccati con la penna negli orari delle guardie che erano in servizio, l’orario della morte (hanno messo le 20: 20 e poi le 0.00 , poi le 20).. insomma ancora devo sapere se mio figlio è morto nel pomeriggio alle tre e mezzo, come hanno dichiarato alcuni detenuti, ed è agli atti, o se mio figlio veramente è morto alle 20:14, ancora non lo so.
Per ottenere giustizia occorrono i soldi.
Quello che so è che non c’era il dottore, anche se il carcere insiste a dire che c’era il medico, perché la dottoressa del 118 dichiara “Io sono entrata, mi sono avvicinata e purtroppo dal corpo già viola, già.. ho capito che questo ragazzo era morto”. Dopo si accosta un signore, lo tocca e dice, questa dottoressa del 118 “Quello che mi ha colpito di questo signore è che lo toccava senza guanti, allora mi sono permessa di chiedere chi era e lui mi dice: “Sono il medico del carcere””.Perciò era entrato con la macchina nel frattempo che entrava il 118. Anche lì allora perché hanno messo.. il medico, dott. Orlando, è corso subito, quando invece il medico in quel momento non era presente in carcere? Ci sono tanti perché, io mi sono permessa di dire al magistrato “Perché non indaga per mancato soccorso, poiché non c’era il medico? Perché non indaga il medico legale che ha scritto “ due costole rotte” e dopo ne sono venute fuori otto, dopo sono venuti fuori due buchi, anziché uno? Perché non ha scritto che c’aveva un’escoriazione a V, due denti rotti?”. Mi è stato risposto “Signora, è una svista” e allora se queste sono tutte sviste non lo so, non so più che cosa devo fare. Praticamente non ho avuto aiuto da nessuno: sì, ci fu all’inizio l’interrogatorio di Giancarlo.. di Pisapia, però poi è morto tutto lì. Ho bussato a mille porte, questo lo posso dire, però ho trovato tutti i cancelli chiusi. Ogni anno vado alle Sughere di Livorno. Ogni anno l’11 luglio porto un mazzo di fiori al carcere, lo metto fuori dal cancello, mi guardano con il sorriso, sto un pochino lì e poi me ne vado, perché mio figlio.. poi dopo vado anche al cimitero, però mio figlio è morto lì e io ogni anno vado lì. Non sono andata quest’anno, dico la verità, perché non mi aspettavo una seconda archiviazione. Tutte e due le volte, ripeto, sono stata chiamata in una stanzina con l’avvocato e questo G.I.P., che mi ha detto “Si archivia per morte naturale” nel 2004, e nel 2010 “Si archivia per un forte infarto”, io invece voglio un processo, credo sia un mio diritto avere un processo vero e proprio. Poi non so se sbaglio, ma non credo.
Ci sono delle persone che mi hanno scritto, anche dei detenuti di Opera mi hanno scritto dicendo “Ma come mai si parla tanto del caso Cucchi, quando di Marcello Lonzi non si parla?”, io ho risposto “Non so che dire, ditelo a quelli della tv”. L’unica cosa che posso dire della tv è che Maurizio Costanzo mi chiamò in diretta di mattina, allora faceva il programma mattiniero, e mise le foto proprio alle ore 10: 00 /10 : 30, le pubblicò in televisione e lui e il professor Relli mi ricordo che dissero: “Non si muore d’infarto conciati in quella maniera , è giusto che la mamma abbia una riesumazione della salma”, però anche quello è stato fatto tutto a spese mie e questo ci tengo a dichiararlo, perché alcune persone hanno detto “Ah, ma queste non le ha pagate la Procura?”. No! Le spese dei medici legali le ho pagate io, come tutto il resto. E posso ringraziare tanti giovani che mi hanno aiutato a pagarle, perché sinceramente in sette anni adesso mi sono venduta tutto quello che avevo, non ho più niente. Io faccio fatica anche a tirare avanti giornalmente, nonostante vada a pulire le scale e mi dia da fare non ci riesco più, perché ogni volta che la Procura faceva una perizia io ne dovevo controbattere un’altra, sono state fatte quattro o cinque perizie e ho dovuto far fare quattro o cinque perizie anch’io dal mio medico legale. Poi una volta veniva chiamato a Livorno, 550 Euro anche lì, perché la Procura ci voleva parlare: sono cose che penso che i giudici.. se ne rendono conto i magistrati di che cosa sta succedendo, quando muore un figlio o muore una persona in carcere, però noi genitori, non sono tanto le spese, quanto che dici: “Ho speso tutto, però arrivo a dire una sola parola: è vero, Marcello Lonzi è stato picchiato”, basta. No, invece la presa in giro, sentendomi dire ancora “Suo figlio è morto di un grande infarto”.. mio figlio non ha mai sofferto di cuore, questo è risultato agli atti: il cuore l’aveva molto sano, stava bene, era un ragazzo che faceva ginnastica e che correva, era un ragazzo che giocava a pallone. Proprio in carcere mi va a morire? No, non ci credo!
Se qualcuno mi volesse aiutare il mio numero di conto corrente Banco Posta è 66865767, intestato a Ciuffi Maria.
Grazie infinite per quello che farete.
Fonte: www.beppegrillo.it/2011/01/marcello_lonzi/index.html?s=n2011-01-06
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