G8 GENOVA: CONDANNATI IN APPELLO I VERTICI DELLA POLIZIA.
Nella tarda serata di ieri e’ stata resa nota la sentenza che ribalta quella di primo grado per i disordini e l’irruzione della polizia alla scuola Diaz, nella notte tra il 20 e il 21 luglio 2001, durante il G8 di Genova.
I giudici della Terza sezione della Corte d’Appello di Genova, dopo oltre undici ore di camera di consiglio, hanno infatti condannato venticinque imputati su ventisette a pene da tre anni e otto mesi fino a cinque anni, con l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni..
Sono stati ritenuti colpevoli anche i vertici della polizia, assolti nella sentenza di primo grado. Secondo i giudici, anche loro erano a conoscenza di quello che sarebbe accaduto nella scuola Diaz. Il capo dell’Anticrimine Francesco Gratteri e’ stato condannato a quattro anni, l’ex comandante del primo reparto mobile di Roma Vincenzo Canterini a cinque, l’ex vicedirettore dell’Ucigos Giovanni Luperi (attualmente all’Agenzia per le informazioni e la sicurezza interna) a quattro anni, l’ex dirigente della Digos di Genova Spartaco Mortola (ora vicequestore vicario a Torino) a tre anni e otto mesi, l’ex vicecapo del Servizio centrale operativo Gilberto Caldarozzi a tre anni e otto mesi.
Molti dei funzionari condannati in appello hanno fatto carriera dal G8 di Genova del 2001 a oggi. E in quelle giornate presidente del Consiglio era sempre Silvio Berlusconi che ora dovra’ decidere se rimuovere dai loro attuali incarichi coloro che sono stati riconosciuti colpevoli e fornire una propria versione dei fatti risalenti a nove anni fa.
Le polemiche tornano a riguardare anche Giovanni De Gennaro, attualmente al vertice del Cesis, l’ufficio di coordinamento dei servizi segreti. All’epoca dei fatti del G8 di Genova, De Gennaro era capo della polizia. Nell’aprile 2008 era stato chiesto il suo rinvio a giudizio per istigazione alla falsa testimonianza proprio per i fatti Genova e in particolare per cio’ che era accaduto alla scuola Diaz. De Gennaro e’ stato poi assolto da questa accusa in una sentenza emessa nell’ottobre 2009.
Pio Macchiavello, il procuratore generale della Corte d’appello di Genova, aveva chiesto oltre 110 anni di reclusione per i ventisette imputati. Il magistrato ha usato parole molto dure nella requisitoria: ”Non si possono dimenticare le terribili ferite inferte a persone inermi, la premeditazione, i volti coperti, la falsificazione del verbale di arresto dei novantatre no-global, le bugie sulla loro presunta resistenza. Ne’ si puo’ dimenticare la sistematica e indiscriminata aggressione e l’attribuzione a tutti gli arrestati delle due molotov portate nella Diaz dagli stessi poliziotti”.
In primo grado erano stati condannati solo tredici imputati e ne erano stati assolti sedici, tutti i vertici della catena di comando della polizia che agiva a Genova nel luglio 2001.
In primo grado furono infatti assolti Francesco Gratteri, attualmente capo dell’Antiterrorismo, Giovanni Luperi; Gilberto Caldarozzi e Spartaco Mortola. Un inasprimento di pena – da tre anni a quattro anni – e’ stato previsto nella nuova sentenza per gli agenti che hanno materialmente picchiato i manifestanti che avevano deciso di stazionare nella scuola Diaz.
Per i funzionari che firmarono i verbali che davano la versione ufficiale dei fatti negando il pestaggio indifferenziato la Corte ha stabilito pene per tre anni e otto mesi ciascuno. Prosciolti, per intervenuta prescrizione, Michelangelo Fournier, il funzionario di polizia che aveva dichiarato, dicendosi pentito, che quanto avvenuto alla scuola Diaz assomigliava a ”macelleria messicana” e l’agente Luigi Fazio.
In aula, al momento della lettura delle sentenza, c’erano molti cittadini stranieri (tedeschi e inglesi in particolare) che nella notte del 20 luglio 2001 erano nella scuola Diaz: hanno applaudito a lungo il verdetto. Positivo il commento dell’ex senatrice Heidi Giuliani, mamma di Carlo, il ragazzo ucciso da un carabiniere nella stessa giornata del 20 luglio dei fatti alla scuola Diaz di nove anni fa: ”Avere una risposta di giustizia fa sempre piacere in questo paese”.
Soddisfatta pure Enrica Bartesaghi, presidente del comitato Verita’ e giustizia per Genova: ”E’ incredibile, non ci aspettavamo questa sentenza, si riapre uno spiraglio di fiducia. E’ stata riconosciuta la catena di comando. Tutti quelli che c’erano sono responsabili”. Soddisfazione anche da parte degli avvocati dei manifestanti. Secondo Stefano Bigliazzi, uno di questi: ”E’ stata confermata la nostra tesi che i vertici di polizia sono responsabili dell’operazione di quella notte”.
Da: ASCA
GENOVA: VIOLENZE DELLA POLIZIA
TORTURATA N° 81
Subiva minacce anche a sfondo sessuale da persone che stavano all’esterno “entro stasera vi scoperemo tutte”; subiva percosse al suo passaggio nel corridoio da parte di agenti; colpita con violenza con una manata alla nuca; costretta a firmare i verbali relativi al suo arresto, che la stessa non voleva firmare; mostrandole le foto dei suoi figli, prospettandole che se non avesse firmato non avrebbe potuto rivederli.
TORTURATO N° 11
Percosso con calci e pugni alla schiena e insultato, costretto a stare coricato a terra prono con gambe e braccia divaricate e testa contro il muro; ingiuriato con frasi, ritornelli ed epiteti a sfondo politico (“comunisti di merda” “vi ammazzeremo tutti”); percosso al passaggio nel corridoio e insultato anche con sputi; costretto a stare a carponi da un agente che gli ordinava di abbaiare come un cane, e di dire “Viva la polizia italiana”.
TORTURATA N° 21
Percossa nel corridoio durante l’accompagnamento ai bagni, le torcevano il braccio dietro la schiena nonché colpita con schiaffi e calci; insultata con epiteti rivolti a lei e alle altre donne presenti in cella: “troie, ebree , puttane”, ingiuriata con sputi al suo passaggio in corridoio; minacciata di essere stuprata con il manganello e di percosse; costretta a rimanere, senza plausibile ragione, numerose ore in piedi.
I giorni 27 e 29 gennaio 2005 a Genova, è cominciato il processo con l’udienza preliminare a carico di 47 funzionari ed agenti delle forze dell’ordine e del corpo delle Guardie Carcerarie, medici ed infermieri: 12 carabinieri, 14 agenti di polizia, 16 guardie penitenziarie, 5 tra medici e infermieri accusati delle violenze commesse ai danni degli arrestati e dei fermati, da venerdì 20 alla domenica 22 luglio 2001, nella caserma di Genova Bolzaneto.
Non essendo previsto nel nostro ordinamento uno specifico reato di tortura, la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per i reati di abuso d’ufficio, lesioni, percosse, ingiurie, violenza privata, abuso di autorità contro gli arrestati, minacce, falso, omissione di referto, favoreggiamento personale.
Nessuno dei presunti responsabili delle torture è stato nel frattempo rimosso o almeno sospeso dai propri incarichi.
link:Comitato Verità e Giustizia per Genova.
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