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A PROPOSITO DEI CONCORSI TRUCCATI IN MAGISTRATURA

Con perfetto sincronismo, mentre veniva pubblicato l’articolo sull’argomento, sul sito www.lavocedirobinhood.it , il TG1 alle ore 20,30, del 1° Agosto finalmente rendeva pubblico l’elaborato n. 668 di diritto penale nel quale il candidato  per ben due volte dimostrava l’improprio utilizzo dell’apostrofo, che è come dire l’ABC della Grammatica Italiana.

Preciso che non è l’unico e non è l’unica questione anomala, considerate anche le molteplici svisature (argomenti off limits) che hanno pervaso soprattutto gli elaborati di diritto ammnistrativo.

Nelle brevi interviste trasmesse, al TG, è singolare quella al magistrato Alberto Cisterna in organico alla DIA.

Le sue testuali parole, in riferimento alle idoneità concesse pressapoco a metà dei candidati, sono state:

“E’ un problema grave delle nostre università è un problema di cui bisogna prendere atto.., non vengono sfornati ragazzi abbastanza preparati per sostenere questo concorso. E’ un problema che va risolto con urgenza”.

Se non è politica questa…

Ma tutto ciò non spiega come sia possibile far traghettare sulla sponda degli idonei elaborati che nulla hanno a che vedere con il corretto scrivere né con i criteri stabiliti, sebbene questi ultimi siano estremamente incapsulati nella loro striminzita esposizione.

Sul punto occorre precisare che negli ultimi due concorsi, oltre alla laurea viene richiesta l’abilitazione all’esercizio della professione legale e/o il diploma di scuola di specializzazione postuniversitaria. Scusate se è poco!!

A dispetto di tutto ciò e dell’aumentato numero di candidati il numero degli idonei si è mantenuto sotto il valore di riferimento fornito dai rispettivi bandi.

Tutti asini? può darsi! Tale posizione ha una controveribilità pari a zero atteso che gli elaborati dei non idonei sono accessibili solo ai diretti interessati ed alle commissioni e non risultano, al momento, trasparenti azioni rivolte a fornire evidente prova di tutto quanto viene ripetutamente detto e ripetuto a proposito di impreparazione.

Il contesto è corroborato dalla potente schermatura di cui gode “la commissione esaminatrice” prima, durante e dopo lo svolgimento del concorso il quale presenta una singolare procedura di correzione che non prevede né voto (sotto il 12) né giudizio, né tanpoco di fornire la minuta dell’attività di correzione degli elaborati (tempi impiegati per singolo candidato per collegio), facendo di questa selezione la più discrezionale esistente (persino più di quella attuata per l’esame di maturità).

Infatti il CSM come una corazza protettrice, attua un super controllo persino sull’accesso agli atti del concorso, nonostante ne abbia deciso una volta per tutte le modalità (forum disponibile sul sito del ministero), dall’altra il concetto di insindacabilità che nel tempo si è fortemente consolidato nei tribunali amministrativi rende impermeabili le informazioni ed i ricorsi; questi ultimi quasi al 100%.

A proposito di schermatura, non si è capito a quale titolo e con quali specifiche tecniche le due funzioni rilevanti (presidente e DG ministeriale), hanno garantito la schermatura /non schermatura dei padiglioni fieristici. Forse all’insaputa di tutti sono stati contattati i gestori di telefonia mobile per provvedere a mettere “al buio” il sito e ci sono riusciti solo parzialmente. O più semplicemente l’uno riusciva ad usare il cellulare e l’altro no? Sarebbe interessante saperlo, visto che nelle 4 interrogazioni parlamentari prodotte, a nessuno è venuto in mente di chiederlo.

A.T. (lettera firmata da un candidato aspirante magistrato)
 http://www.lavocedirobinhood.it/Articolo.asp?id=197&titolo=CONCORSITRUCCATI:TRAINSABBIAMENTIEARCHIVIAZIONI
LA CREDIBILITA’ DELLA MAGISTRATURA ITALIANA SCENDE SEMPRE PIU’ IN BASSO.

 

4 AGOSTO 2010 PER RICORDARE FRANCESCO

 

Appuntamento a Vallo della Lucania per ricordare Francesco Mastrogiovanni

Speriamo di essere in tanti la sera del 4 agosto in  Piazza Vittorio Emanuele di Vallo della Lucania (SA), insieme alle associazioni, ai movimenti di base ed alle individualità che da un anno, senza sosta, hanno promosso in tutta Italia, insieme al Comitato verità  e giustizia per Francesco Mastrogiovanni, iniziative pubbliche per chiedere che vengano chiarite le responsabilità, a tutti i livelli, per la tragica morte dell’insegnate libertario.

 Durante il ricovero coatto, Franco venne legato mani e piedi al letto di contenzione per oltre 80 ore, senza ricevere nutrimento,  fino a quando sopraggiunse la morte per edema polmonare.

 Ad un anno di distanza dalla tragica morte del maestro più alto del mondo (come lo chiamavano i suoi scolari) il processo con giudizio immediato dovrà  delineare,  con maggiore chiarezza, i contorni di una storia intrisa di pregiudizio politico, di violenza e di disprezzo per i più elementari diritti umani.

 La richiesta di giustizia (la verità  la conosciamo già grazie ai video dell’orrore acquisiti dalla magistratura) salirà con la musica dell’Angel Galzerano Trio, con le parole di Sabatino Catapano, con le controdeduzioni tecniche del medico Agnesina Pozzi e le riflessioni del presidente della UNASAM Gisella Trincas.

Pochi giorni fa il senatore del PD, Ignazio Marino, presidente della commissione parlamentare da lui guidata nelle visite a sorpresa svolte nei mesi di giugno e luglio in alcuni ospedali psichiatrici italiani, ha confermato ciò che da anni il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa afferma a proposito di quelle “zone del silenzio” che sono diventati gli Ospedali psichiatrici giudiziari.

 La battaglia per ottenere giustizia per Mastrogiovanni, nel primo anniversario dell’ennesimo odioso delitto di Stato, è un tutt’uno con quella per l’abolizione del TSO e delle misure di contenzione.

Angelo Pagliaro (Membro Comitato Verità  e Giustizia per Franco Mastrogiovanni)

Campania

Prima di accingerVi a leggere i vari casi, pensate che si tratta di storie vere, per cui molti uomini sono morti e tante famiglie sono state distrutte dal dolore, senza ricevere alcuna tutela, da parte delle varie Autorità a cui fiduciosamente si erano rivolte. Pensate che non si tratta di casi isolati e non crediate che ciò che è capitato agli altri non possa, prima o poi, capitare, anche, a Voi od, a qualche stretto congiunto. Sarebbe il più grave errore che potreste commettere, dal quale genera l’indifferenza verso i mali della giustizia e su cui si fonda il dominio del male e della menzogna sulla Verità.