Archivio Autore: Palau Giovannetti Pietro - Pagina 7

Il Tso non è terapia ma tortura. Vallo della Lucania: Riprende il processo ai sanitari per la morte di Francesco Mastrogiovanni

Il 4 ottobre scorso è ripreso il processo penale a carico dei sanitari e degli infermieri che, colpevolmente, hanno concorso a provocare la morte di Francesco Mastrogiovanni, deceduto nel 2009 a seguito di un Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Nonostante il rinvio a giudizio medici ed infermieri sono scandalosamente tuttora in servizio e la locale Asl non ha neppure provveduto a richiederne cautelarmente la sospensione.
Lasciando tutti esterefatti il Direttore Sanitario, Pantaleo Palladino, nel temtativo di coprire gli illeciti operati dai medici e dagli infermieri sotto accusa, ha laconicamente affermato che la “contenzione è una terapia”, nonostante esistano schiaccianti prove audiovideo delle truci torture e trattamenti a cui è stato sottoposto per ben 4 giorni consecutivi, legato mani e piedi, senza acqua nè cibo, un uomo perfettamente sano di mente e inoffensivo.
Il Tribunale di Vallo della Lucania ha ammesso la costituzione di parte civile del Movimento per la Giustizia
Robin Hood, che attraverso la rete campana di Avvocati senza Frontiere vigila affinché il processo si svolga regolarmente e tutti i responsabili siano finalmente puniti con l’adeguata severità che il caso merita, senza sconti nè scappatoie.
Prossima udienza il 18 ottobre 2011.
Di seguito l’intervista di Radio Radicale alla nipote di Francesco Mastrogiovanni, Sig.ra Grazia Serra.
T.S.O.: CURA O TORTURA? ASSASSINIO MASTROGIOVANNI. LA LEGGE BASAGLIA 32 ANNI DOPO.

MINACCE DI MORTE ALL'ATTIVISTA ROM MARCELLO ZUINISI. EVERYONE: "LE AUTORITÀ LO PROTEGGANO"

“Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 28 settembre, Marcello Zuinisi, fondatore dell’associazione Nazione Rom, attivista e osservatore per il Consiglio d’Europa sulla condizione dei Rom in Italia, ha ricevuto due telefonate da utenze private che lo minacciavano di morte”. Lo denunciano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti dell’organizzazione umanitaria EveryOne. “Nel corso delle telefonate,” ha spiegato Zuinisi agli attivisti del Gruppo EveryOne e all’autorità giudiziaria, “si faceva riferimento alla vicenda di cui mi sto occupando in questi giorni, ovvero dell’insediamento Rom di Turano, fazione del comune di Massa, e della sensibilizzazione dei cittadini residenti e delle istituzioni locali sulla condizione di marginalità che i Rom stanno attraversando”. Nelle telefonate, infatti, due diverse voci dicevano “Zuinisi, se vieni a Turano ti ammazziamo” e “Sappiamo bene dove abiti”.
“Chiediamo alle autorità di polizia di avviare un’immediata indagine e di fornire adeguata protezione all’attivista, che nei giorni scorsi ha portato il suo contributo quale esperto italiano sui Rom al Summit del Consiglio d’Europa su Strategia per l’Inclusione Sociale dei Rom” concludono Malini, Pegoraro e Picciau. EveryOne ha chiesto inoltre l’interessamento nella vicenda di Marcello Zuinisi, oltre che del Ministero dell’Interno italiano, di Front Line, organizzazione internazionale per la tutela dei difensori dei diritti umani a rischio di vita nel mondo, e di Margaret Sekaggya, Special Rapporteur ONU sulla condizione dei difensori dei diritti umani.

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Sosteniamo Greenaction Transnational minacciata di sfratto e ritorsioni dalla magistratura di regime

SFRATTATI E CITATI IN TRIBUNALE GLI AMBIENTALISTI DI GREENACTION CHE SI OPPONGONO AI RIGASSIFICATORI NEL GOLFO DI TRIESTE
di Roberto Giurastente
L’associazione Greenaction Transnational è stata “sfrattata” per morosità con citazione presso il Tribunale di Trieste per il giorno 24 ottobre 2011. Potrebbe sembrare una notizia irrilevante di fronte alla grave crisi economica che sta colpendo duramente in Italia le categorie socialmente più deboli. Ma quando a venire attaccati sono gruppi portatori di interessi diffusi è forse meglio fermarsi un attimo per riflettere. Se infatti
coloro che difendono i diritti della collettività vengono eliminati d’ufficio, con l’utilizzo fin troppo spregiudicato dell’autorità giudiziaria, non possiamo che immaginare un futuro ancora più cupo per le classi sociali più deboli, quelle che si trovano o si verranno a breve a trovare  senza difesa e senza
diritti, nel crollo di un sistema che si chiude a riccio per tutelare gli interessi dei poteri forti e delle caste collegate. In Italia, più che in altri Paesi europei, si stanno affilando gli utensili di una macelleria sociale che a breve potrebbe produrre milioni di disperati, di senza tetto, di persone abbandonate al loro destino di morte. Ecco perché quando si cerca di spegnere una luce che rappresenta un punto di riferimento per la società civile, non si può far finta di nulla. Parliamone quindi senza timori, che almeno questo per
ora è ancora possibile.

 

Greenaction Transnational non è solo un nuovo movimento ambientalista (l’associazione è nata alla fine del 2007 a Trieste come gruppo ONG transnazionale) che si distingue per le azioni particolarmente efficaci a difesa del territorio. Greenaction Transnational ha nel suo DNA la difesa dei diritti civili.
E’ questo uno dei pilastri dell’associazione. Quindi non solo battaglie per la tutela dell’ambiente, ma anche azioni a difesa dei diritti dei cittadini. Legalità, sviluppo sostenibile, eguaglianza sociale: questi i binari su cui si muovono le azioni dell’associazione. Greenaction per le sue attività non gode di alcun appoggio da parte di amministrazioni pubbliche e può sostenersi solo grazie ai contributi dei soci e dei simpatizzanti.

 

Le radici di Greenaction ci portano ad un’altra combattiva associazione ambientalista estinta: gli “Amici della Terra Trieste”. E’ proprio da quella associazione che arrivano i fondatori di Greenaction. Gli Amici della Terra Trieste erano stati infatti “tolti di mezzo” perché con le loro inchieste avevano cominciato a fare emergere la verità sul pesante inquinamento di Trieste e del Golfo. Inchieste scomode che avevano portato gli interventi dell’Unione Europea in queste terre di confine. Il “sistema” non aveva gradito e così il gruppo di ambientalisti che aveva osato sfidare il potere venne eliminato con un’azione coordinata.
Trascinati in Tribunale i dirigenti e i principali attivisti, con accuse che andavano dai soliti reati di opinione, a quelli contro la pubblica amministrazione (ad esempio per avere chiesto l’accesso a documenti pubblici…), sciolto d’ufficio il gruppo (con pretesti contabili) dall’associazione nazionale (Amici della Terra Italia). E alla fine il sigillo – la pietra tombale che il “sistema” aveva richiesto – sulla cancellazione del troppo combattivo gruppo di ambientalisti triestini venne messo dal Tribunale di Trieste (collegio presieduto dal presidente del
tribunale Arrigo De Pauli) che tolse loro anche la possibilità di utilizzare il nome dell’associazione.

 

Ma appunto quella storia di legalità non è finita.
I reduci degli “Amici della Terra Trieste” sono ripartiti con Greenaction Transnational. Stesse battaglie con maggior intensità. Inserimento in una rete internazionale (Alpe Adria Green) non “controllabile”. Ed ecco quindi che il sistema massomafioso che controlla Trieste e provincia (zona di confine a tutela speciale visto che non si tratta di territorio italiano) ha intensificato l’azione contro i “ribelli”, quelli che continuavano a battersi per la legalità e contro l’antistato dei poteri deviati. Intimidazioni continuate, denigrazioni
pubbliche, minacce di morte anche di stampo mafioso, controllo costante da parte dei servizi segreti che avevano pure ricevuto (nel 2009) l’ordine di “sistemare” (letteralmente nella comunicazione fatta pervenire da fonti informate all’associazione “fottere”…) Roberto Giurastante (lo scrivente), responsabile dell’associazione e cofondatore della rete di AAG, che veniva ritenuto elemento pericoloso e destabilizzante per gli affari italiani ai confini orientali.
Per un gruppo sempre sotto attacco non è facile trovare una sede. Tutti vogliono stare alla larga. La gente, anche quelli che sostengono l’associazione, ha paura. Alla fine la sistemazione venne trovata in un’ex studio di un avvocato che, presentandosi come ambientalista e già legale del WWF Trieste, sembrava dare qualche affidabilità. Purtroppo poi il suo nome venne trovato nell’elenco dei massoni triestini assieme a quelli di altri insospettabili anche di area ambientalista… Questo è il rischio quando si vive in una città ad alto tasso di massoneria, la presenza dei massoni in ogni settore della società civile è assicurata; e le istituzioni per prime sono messe in sicurezza da questo potere occulto.  Torniamo allo sfratto. Ora, quello che ci lascia perplessi sono i tempi e i modi scelti. Avevamo già dato regolare disdetta dal contratto d’affitto per le gravi irregolarità commesse dal proprietario. Ci siamo trovati citati con richiesta di sfratto dal proprietario ex avvocato del WWF (che, abbiamo pure scoperto essere anche uno dei grandi
immobiliaristi triestini) per una morosità presunta di 900 €. E guarda caso l’ex avvocato WWF si fa rappresentare da ben due colleghi. Due avvocati per una causa inutile (visto che la nostra associazione aveva già comunicato che avrebbe lasciato l’immobile) da poche centinaia di euro… Ci siamo ricordati allora
quella causa civile per togliere di mezzo gli Amici della Terra Trieste; anche in quell’occasione gli avversari (l’associazione nazionale Amici della Terra Italia) si presentò in pompa magna: due studi legali, quattro avvocati di cui due per le udienze. Il valore della causa era anche in quel caso limitato (800-900 €) e non sembrava giustificare un simile dispiegamento di forze.
I motivi li capimmo poi. Perdemmo quella causa da cui però ne derivarono altre. Ingiunzioni, opposizioni, causa di merito. Perdemmo sempre. Ci denigrarono sul quotidiano locale con false notizie sul procedimento (in breve ci descrissero come dei malfattori giustamente puniti dal tribunale) e quando chiedemmo la
rettifica in base alla legge sulla stampa la rigettarono (il giudice del rigetto – Arturo Picciotto – aveva fatto parte del collegio che ci aveva precedentemente condannati a favore dell’associazione nazionale togliendoci l’uso del nome, e quindi stava giudicando se stesso) condannandoci a pagare le spese a favore del giornale che ci aveva diffamato. Alla fine questo tour de force giudiziario ci è costato circa 35.000 €… dai 900 € iniziali… Insomma, avevano deciso di toglierci di mezzo e di darci una dura lezione. Ecco perché i nostri avversari si esibivano al massimo delle loro possibilità con più avvocati: sapevano già di vincere. E potevano presentare qualsiasi parcella che i giudici gliela approvavano, e così noi pagavamo il doppio o il triplo.
La nostra punizione pubblica era necessaria per “tranquillizzare” l’ambiente del malaffare locale: tutto era tornato a posto.

 

Ironia della sorte (?), lo stesso avvocato che ci sta ora sfrattando in base alla legge del più forte, fa parte di un’associazione di ricchi proprietari d’auto d’epoca (per le quali nel Belpaese, mentre la gente muore di fame, non si pagano tasse) che ottiene sostegni e appoggi dalle amministrazioni pubbliche, Comune di Trieste in testa… E proprio Greenaction aveva denunciato lo scandalo dei contributi comunali alle associazioni di comodo, quelle che godevano delle protezioni politiche.  Marciume e corrutela
senza fine nell’ordinario degrado di una provincia straniera in un Paese in disfacimento.
http://robertainer.blogspot.com/2011/09/una-storia-che-si-ripete-mettere-il.html

LA COLLINA DI PORTO SAN ROCCO (MUGGIA) NELLA SENTENZA DI CONDANNA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA CONTRO L’ITALIA PER LE DISCARICHE ILLEGALI

DOVE CI SONO DISCARICHE ILLEGALI C’E’ MALAGIUSTIZIA. ORA SI PROCESSINO I GIUDICI CHE HANNO COPERTO GLI ILLECITI EDILIZI ACCANENDOSI CONTRO LE PARTI LESE.

Lo scorso 22 settembre la Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo ha confermato a Greenaction Transnational che nella causa C-135/05 che ha portato alla sentenza
di condanna contro l’Italia da parte della Corte di Giustizia Europea (26 aprile 2007) per le discariche illegali presenti sul territorio nazionale è stata inserita anche la discarica realizzata nel marina di Porto San Rocco nel comune di Muggia. Questa discarica ha una storia particolare. Si è trattato infatti di un’opera di occultamento di rifiuti tossico nocivi coperta dalle amministrazioni pubbliche.
La discarica è stata infatti eseguita seppellendo 18.000 metri cubi di terra inquinata provenienti dal cantiere del marina turistico sotto una collina artificiale fronte mare sulla quale veniva pure costruito un parco
giochi per bambini. La collinetta era quindi funzionale a coprire quello che a tutti gli effetti era uno smaltimento illecito di rifiuti. La pericolosità di tale discarica (contenente concentrazioni elevate dei cancerogeni metalli pesanti) venne denunciata pubblicamente e all’autorità giudiziaria dal
responsabile di Greenaction Transnational Roberto Giurastante, con l’unico risultato di finire rinviato a giudizio su richiesta del P.M. Federico Frezza accolta dal G.I.P. Paolo Vascotto.
L’accusa era di avere leso l’onore della società responsabile della discarica comunicando pubblicamente il rischio che gli inquinanti contenuti nella collinetta artificiale potessero percolare e finire nel mare antistante (pochi metri di distanza) con gravi conseguenze per gli ignari bagnanti.
Lo stesso G.I.P. Vascotto non provvedeva al sequestro dell’area inquinata nonostante il rischio per la salute pubblica  fosse stato segnalato anche dal Nucleo Ecologico dei Carabinieri (N.O.E.).
Nessun altro provvedimento (a parte il rinvio a giudizio dell’ambientalista) venne preso dall’autorità giudiziaria. Lo stesso dicasi per le amministrazioni pubbliche competenti (Comune di Muggia, Provincia di Trieste, Regione Friuli Venezia Giulia) che, basandosi sul giudizio dell’autorità giudiziaria, nulla fecero per bonificare la pericolosa discarica. Roberto Giurastante presentò quindi una petizione al Parlamento Europeo e una denuncia alla Commissione Europea da cui scaturì il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea.
Ora laconferma della condanna da parte delle suprema autorità giudiziaria dell’Unione Europea che fa giustizia su una situazione di incredibile inversione della legalità, come troppo spesso purtroppo accade di vedere nella degradatissima Italia delle ecomafie di Stato.
La Commissione Europea precisa che se le autorità italiane non si conformeranno alla sentenza, potrà essere decisa una seconda richiesta alla Corte di Giustizia per l’imposizione di sanzioni economiche.
L’importanza della sentenza è evidente. La “collinetta artificiale” di Porto San Rocco strenuamente difesa dalla istituzioni italiane ha aperto la strada per l’inserimento delle altre discariche del “sistema
Trieste” nel procedimento di infrazione in corso. E pone un non piccolo problema per le amministrazioni pubbliche che hanno coperto gli inquinatori e che ora potrebbero trovarsi a rispondere direttamente dei danni.

Malasanità a Matera: Verità e giustizia per Rosalba Pascucci

A un anno dalla morte di Rosalba Pascucci, la giovane mamma di Bernalda deceduta per malasanità presso l’Ospedale civile di Policoro subito dopo aver dato alla luce due gemellini, il Comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto ha promosso una campagna di mobilitazione in occasione della prima udienza fissata in mattinata presso il Tribunale di Matera.

Per sensibilizzare la comunità materana su questa vicenda, il Comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto ha organizzato una marcia a piedi notturna di 40 km da Bernalda a Matera. Una volta raggiunto il tribunale di Matera i manifestanti hanno esposto due striscioni di solidarietà verso la famiglia Pascucci. Sul primo si chiedeva “Verità e giustizia per Rosalba e i suoi figlioletti” mentre un altro striscione era ancora più duro con un’interrogativo inquietante: “Dietro la morte di Rosalba i poteri forti?”. Dalle informazioni in possesso, rese note dalla famiglia, pare infatti che la Procura della Repubblica di Matera stia conducendo indagini quanto meno superficiali e incomplete, tentando di indirizzare il corso della Giustizia su un’unica direzione prestabilita.
I Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto, che da subito sono stati vicini al marito di Rosalba Andrea Buongiorno e ai suoi figlioletti, non permetteranno che su temi delicati come questo non venga fatta piena luce, convinti che solo la verità possa evitare che analoghi “effetti collaterali” possano nuovamente accadere.
Al motto “Non faremo morire Rosalba una seconda volta” il Comitato ha rivolto un appello alle associazioni, ai movimenti e a tutti i cittadini che hanno sete di verità e giustizia affinchè aderiscano al programma di mobilitazione.

Non lasceremo morire Rosalba una seconda volta”

Riportiamo di seguito la nota del comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto e a seguire la lettera aperta di Olimpia Fuina Orioli, Presidente Onoraria del Comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto nonchè mamma di Luca Orioli (Fidanzatini di Policoro) tragicamente scomparsi 23 anni fa e senza ancora nessuna giustizia e verità.

Si è concluso alle ore 12,30 di martedì 27 settmebre come previsto davanti al Tribunale di Matera, il sit-in iniziato alle 8,00 di martedì 27 settembre seguito alla marcia notturna a piedi di 40 Km partita da Bernalda alle 19,15 di lunedì 26 settembre. Sono state necessarie quasi 13 ore di marcia, intervallate da diverse soste di riposo, di circa due ore ognuna.
Numerose le associazioni, i movimenti lucani, i congiunti di Rosalba Pascucci e i semplici cittadini che hanno partecipato alla forte e determinata forma di protesta notturna studiata apposta per accendere i riflettori sul buio pesto di verità e giustizia in cui versano tanti casi “insabbiati ?” dalla Procura di Matera.
Numerose le spontanee attestazioni di solidarietà di cittadini, che si sono incessantemente adoperati per fornire ai marciatori ogni genere di conforto e vettovagliamento.
Presenti alla marcia anche pochissimi esponenti politici locali, come il Consigliere regionale Nicola Benedetto, l’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Bernalda Gianbattista Mazzei, i consiglieri comunali Franca Di Giorgio e Vincenzo Galli, oltre a Federico Scasciamacchia leader del Movimento politico per Bernalda e Metaponto e Stefano Braico, dirigente di Rifondazione Comunista.
A tutti loro va il ringraziamento accorato dei parenti di Rosalba Pascucci, compreso il giovane marito Andrea Buongiorno anch’egli protagonista della lunga maratona.
Inspiegabile per contro l’assenza di Istituzioni locali e loro rappresentanze, che per Rosalba arrivarono a decretare finanche il lutto cittadino.
Alla Polizia Stradale di Matera e di Policoro, alla Polizia Provinciale di Matera, ai Vigili Urbani di Bernalda e ai Carabinieri di Matera vanno i più sentiti ringraziamenti per aver reso possibile, con grande professionalità e competenza, lo svolgersi di una inusuale e rischiosa manifestazione, salvaguardando in ogni istante del suo percorso la totale incolumità dei manifestanti.

 

Lettera aperta di Olimpia Fuina Orioli, Presidente Onoraria del Comitato Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto nonchè mamma di Luca Orioli (Fidanzatini di Policoro) tragicamente scomparsi 23 anni fa e senza ancora nessuna giustizia e verità.

Siamo qui, tutti insieme, per dare il primo concreto segnale di risveglio della coscienza popolare di questa nostra terra attraversata dai tanti Attila di turno, e, stanca di subire passivamente, ogni sorta di sopruso, per l’indifferenza dello Stato nei confronti dei diritti indifesi, violati, offesi, calpestati, banalizzati, forse volutamente ignorati, e, negati dall’arroganza onnipotente degli intoccabili.
Siamo qui perché il grido, il pianto, la preghiera finora consumati nel silenzio e nella solitudine murata, abbiano più forza per ristabilire lo Stato di Diritto perso.
Siamo grati al Papa per la sua recente coraggiosa affermazione che così testualmente recita “Uno Stato senza diritto è una banda di briganti”.
Aggiungo “Uno Stato senza diritti fa un popolo senza doveri”.
In tal caso il caos diventa totale e noi non possiamo permettere di andare consapevolmente alla deriva solo perché il coraggio fa paura. Poiché lo Stato è formato da tutti, noi, parte offesa di questa Società, vogliamo non essere intruppati nelle varie bande di briganti, pur se potenti e finora impropriamente vincenti. Siamo convinti che se il Male vince è perché il Bene non si attrezza adeguatamente a batterlo.
A ignorare la Costituzione, quando accadono certe brutture, non sono solo i poteri preposti alla sua difesa, ma anche chi, per paura, si confina nel popolo dei rassegnati. La forza dell’uno si costruisce sulla debolezza dell’altro. Se il diritto manca è perché il dovere è scomodo ed è facilmente svendibile.
Uniamoci numerosi alla lotta a difesa del diritto giusto. Uniamo le nostre intelligenze, le nostre volontà, le nostre competenze, la nostra forza, la nostra determinazione, le nostre sveglie coscienze, la nostra convinta fermezza, e con coraggio affrontiamo le troppe emergenze incalzanti.
Proviamo tutti insieme, tanti insieme, ad essere testimoni e protagonisti del cambiamento più urgente, l’unico che può assicurare ai nostri discendenti una vita più sana, più serena, più sicura. Contrariamente saremo complici imperdonabili delle varie bande di briganti che continueranno a popolare il nostro Stato.
Possiamo invece divenire Seminatori di Pace, di Giustizia, di Speranza.
L’omertà è il Cancro dell’attuale Società. Debelliamolo con numerosi numeri di qualità perché a chiunque volesse ignorare o fare abuso della legge come fosse una proprietà privata si possa contrapporre una forza uguale e contraria per difenderla per il bene di tutti e di ciascuno.
Matera, 27 settembre 2011

.http://www.sassilive.it/cronaca/giudiziaria/verita-e-giustizia-per-rosalba-pascucci/

DA GENOVA A STRASBURGO. INGIUSTIZIA E' FATTA! ASSOLTO LO STATO ITALIANO PER LA MORTE DI CARLO GIULIANI

Il Governo Italiano è stato scandalosamente assolto dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo per la morte di Carlo Giuliani, la cui giovane vita secondo le mendaci ricostruzioni peritali e conclusioni dei giudici italiani, sarebbe stata stroncata dall’accidentale ribalzo di un proiettile contro una pietra vagante che ne avrebbe inverosimilmente modificato la traiettoria.
————————————————————————————————————————————————————–E’ così definitivamente caduta ogni speranza della famiglia di ottenere giustizia nei confronti dello Stato Italiano, accusato di responsabilità per la morte di Carlo Giuliani, avvenuta nel 2001 durante gli scontri tra i manifestanti e le forze dell’ordine nel corso del G8 di Genova.
La Corte, con 13 voti a favore e 4 contrari, ha stabilito la piena assoluzione di Mario Placanica, il carabiniere che uccise il ragazzo in piazza Alimonda, sparando un colpo ad altezza d’uomo, confermando così la sentenza di primo grado emessa il 25 agosto 2009.
La Grande Camera ha assolto l’Italia dall’accusa di non aver condotto un’inchiesta sufficientemente approfondita sulla morte di Giuliani.
In questo caso la Corte si è espressa con 10 voti a favore e 7 contrari.
La stessa maggioranza si è pronunciata anche per l’assoluzione dell’Italia dall’accusa di non aver organizzato e pianificato in modo adeguato le operazioni di polizia durante il summit del G8 a Genova.
Il presidente della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Jean Paul Costa, ha letto la sentenza definitiva sul caso Giuliani in un’aula praticamente deserta. Al pronunciamento del verdetto era assente l’avvocato Nicolò Paoletti che ha rappresentato la famiglia Giuliani durante tutto l’iter del ricorso a Strasburgo, cominciato nel 2002. Rappresentato invece lo Stato italiano con l’ambasciatore Sergio Busetto.
Di seguito pubblichiamo il testo integrale della sentenza della Corte Europea, dalla cui lettura ciascun cittadino può farsi un’opinione su come mal funzioni la giustizia europea anche in quei pochi casi che dopo innumerevoli anni giungono all’esame del Supremo Organo sovranazionale che dovrebbe garantire il rispetto dei diritti umani e dei principi posti a base del giusto processo.
Scarica da qui Testo integrale Sentenza Corte Europea dei Diritti dell’Uomo 25 Agosto 2009
Ricorso 23458/02 Giuliani e Gaggio c/Italia

TUTTI A MONTECITORIO PER LIBERARE L'ITALIA DALLA TIRANNIDE DEI PARTITI E DELLE LOGGE MASSOMAFIOSE

Tutti a Monte Citorio
I MILLE PER ABBATTERE LA NEO-DITTATURA PARTITOCRATICA-MASSOMAFIOSA!
Sono i nuovi Garibaldinini scesi senz’armi su Roma ladrona per liberare l’Italia dalla tirannide degli avidi apparati e appetiti dei partiti di regime e dalle logge massomafiose che succhiano ogni risorsa e soffocano la democrazia.
Nel totale silenzio dei media il 21 settembre scorso quasi 1000 persone hanno iniziato il presidio di Piazza Monte Citorio in Roma che dal prossimo 12 ottobre sarà caratterizzato da una Assemblea permanente.
Nelle notti scorse sui sampietrini di P.zza Monte Citorio hanno dormito centinaia di giovani venuti da ogni parte d’Italia, privi di collari e padrini politici, animati dallo spirito di fare qualcosa per il proprio Paese.
Da circa 4 mesi è in atto lo sciopero della fame di Gaetano Ferrieri a cui diamo il nostro pieno sostegno, invitando tutti a scendere in campo e allargare a macchia d’olio questa forma di protesta civile.
L’impresa dei neo-garibaldini per dire basta al regime continuerà a oltranza con il costante presidio del palazzo del potere allo scopo di chiudere con questa classe politica corrotta e chiedere la Democrazia Diretta, dando modo ai cittadini di riprendersi la Politica come hanno fatto in Islanda.
Gli organizzatori denunciano che quasi tutti i mass media continuano ad ignorare questa civile e pacifica protesta attiva che assomiglia a quelle che hanno dato origine alla fine dei regimi nei paesi arabi.
Siamo certi che se Egitto, Tunisia e Libia sono riusciti a cacciare i tiranni lo possiamo fare anche noi italiani!
Allo sciopero della fame di Gaetano Ferrieri che da quasi 4 mesi vive in un gazebo davanti a Monte Citorio hanno aderito vari altri liberi cittadini, nella speranza di dare maggiore risonanza alla protesta, domandandosi quanti altri italiani debbano mettere a rischio la propria incolumità fisica prima di ottenere attenzione.
Il regime è duro a morire ma siamo agli sgoggioli.
Andiamo avanti!
L’Italia onesta è dalla nostra parte!
Il 12 ottobre ci saremo anche noi!
Per info e adesioni:
GAETANO FERRIERI 3336677839
WWW.PRESIDIOMONTECITORIO.IT
WWW.PRESIDIOMONTECITORIO.COM

Prato: sgomberata una profuga anziana Rom. Appello all'Ue per fermare la persecuzione e risarcire le vittime

Rom. Sgomberata una profuga anziana a Prato. Appello all’Ue per fermare la persecuzione e risarcire le vittime


Firenze, 14 maggio 2011. Proseguono gli sgomberi di famiglie Rom in tutta Italia. A Roma l’evacuazione dell’acquedotto della Magliana, avvenuto la mattina del 9 maggio, senza alternative di accoglienza, ha messo in emergenza umanitaria alcuni nuclei familiari. A Milano le operazioni contro l’insediiamento di piazza Lugano hanno costretto cinque famiglie Rom romene a un esodo drammatico, trattandosi di persone in povertà estrema e in condizioni di salute precarie. Ieri, 13 aprile, è toccato a una famiglia Rom di Prato. “E’ un caso davvero straziante,” commentano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti del Gruppo EveryOne, “perché si tratta di un nucleo familiare bisognoso di attenzioni umanitarie, un nucleo già conosciuto alle istituzioni internazionali e alle organizzazioni umanitarie locali, specie Opera Nomadi Toscana, che segue da vicino questa famiglia già colpita da tante sofferenze. La donna più anziana, Duja  Ahmetovic, 65 anni, è profuga dalla Bosnia, perseguitata e sfuggita ai bombardamenti degli anni ’90. Ha perso durante quei terribili conflitti parenti e amici, fra i quali numerosi bambini. E’ malata e necessita di assistenza sia per la sua salute precaria che per l’età avanzata. I Rom in Italia hanno una vita media di 40 anni e Duja, a causa della vita difficile e delle condizioni di povertà in cui versa, è fisicamente assai più anziana rispetto all’età anagrafica”. Il Gruppo EveryOne ha scritto una lettera alle istituzioni italiane e internazionali, illustrando nei dettagli la tragedia che ogni sgombero comporta e chiedendo che si decreti l’interruzione di questa barbarie verso le famiglie più vulnerabili: “Gli sgomberi sono azioni disumane, già condannate dall’Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, dalla Commissione europea e dal Consiglio del’Ue,” scrive EveryOne. “Oltre 200 mila esseri umani, più della metà bambini, sono stati colpiti dal 2007 a oggi da questa forma moderna di pulizia etnica, anche in pieno inverno, anche quando le persone evacuate erano sofferenti di tumori maligni e gravi cardiopatie, anche quando le donne erano incinte o portavano in braccio bimbi di pochi giorni. In seguito agli sgomberi, numerosi bambini e malati sono morti, mentre di altri si sono perse le tracce. Di fatto, se i Rom in Italia erano 180 mila nel 2007, oggi ne restano meno di 40 mila e sono i numeri di un’espulsione di massa che si è posta contro tutte le leggi che tutelano i popoli. Purtroppo in Italia i Rom vengono perseguitati tanto dalle amministrazioni di centro-destra che da quelle di centro sinistra e i politici fanno regolarmente campagna elettorale promettendo di sgomberare e cacciare dalle città le famiglie Rom e Sinte. Chiediamo alle autorità dello Stato italiano che ancora non si sono lasciate travolgere dalla deriva intollerante, e soprattutto al Presidente della Camera Gianfranco Fini, di istituire una commissione per valutare le conseguenze degli sgomberi e porre fine ad essi con strumenti giuridici moderni ed efficaci, in linea con le leggi dell’Ue e gli accordi sottoscritti con le Nazioni Unite. Contemporaneamente, chiediamo al Commissario europeo per i Diritti Umani Thomas Hammarberg, cui abbiamo chiesto ripetutamente di venire a verificare la persecuzione dei Rom in Italia e che finalmente è in procinto di visitare gli ultimi insediamenti Rom a Milano e Roma, di attivare azioni con valore giuridico per impedire che questa spietata repressione di esseri umani socialmente esclusi e perseguitati prosegua nell’indifferenza. E’ vitale interromperla e raccogliere da parte dei Rom stessi testimonianze relative al gravissimo pregiudizio che gli sgomberi e la repressione hanno recato al  loro popolo, quantificando il numero delle vittime e la conseguenza socio-sanitaria sofferta dagli individui sgomberati, in vista delle dovute scuse, dei dovuti risarcimenti e soprattutto della fine di una persecuzione etnica che è durata già troppo”.

RIGASSIFICATORE AL PORTO DI TRIESTE: LA SPAGNOLA GAS NATURAL DENUNCIA AAG E GREENACTION TRANSNATIONAL

TRIESTE: CAMPAGNA DI SOSTEGNO IN FAVORE DELLE BATTAGLIE CIVILI DEGLI AMBIENTALISTI PERSEGUITATI DALLA MASSOMAFIA GIUDIZIARIA.
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Le campagne di AAG-Greenaction per la difesa dell’ambiente rappresentano una barriera di legalità nell’area di Alpe Adria. Le battaglie in corso sono di importanza fondamentale per il futuro di questo territorio.  Abbiamo però bisogno di allargare la base di adesione a queste iniziative e di trovare appoggio concreto vista anche l’intensificazione delle azioni repressive nei nostri confronti. Vorrei solo ricordare che in questo
momento 4 attivisti di AAG-Greenaction sono indagati dall’autorità giudiziaria italiana su denuncia della spagnola Gas Natural-Fenosa per la loro opposizione ai progetti dei rigassificatori nel Golfo di Trieste.
Si tratta solo dell’ultima di una lunga serie di procedimenti penali che abbiamo dovuto subire per le
nostre azioni a difesa dell’ambiente e dei diritti civili. Battaglie per tutti sopportate da pochi.
Purtroppo questa è la realtà della situazione. Una realtà negativa che dobbiamo invertire rapidamente. E’ assolutamente necessario un impegno da parte di tutti coloro che credono in questa lotta per la legalità.
Una battaglia che deciderà il futuro di Trieste e dell’Alto Adriatico, ma che può diventare significativa per l’intero Paese ed anche a livello europeo.
Stiamo avviando alcune iniziative a supporto delle nostre cause. Iniziative che partono dall’indispensabile raccolta fondi per coprire le sempre più ingenti spese legali che ci sono state scaricate addosso
con un’aggressione giudiziaria sempre più intensa man mano che ci siamo rifiutati di derogare al nostro impegno per la difesa della legalità.
Tra cause civili e procedimenti penali ci troviamo in questo momento ad esposizioni di circa 50.000 Euro. Quando si perde l’inesorabile giustizia italica, quella che ha distrutto la provincia e la città porto di Trieste, non perdona. Una sola condanna è costata al sottoscritto oltre 31.000 Euro. Mi ero opposto alla realizzazione di un centro commerciale autorizzato in violazione delle norme urbanistiche. Sono finito io sotto processo e il tribunale di Trieste mi ha condannato al termine di un procedimento nel quale venivano  manipolati gli atti per consentire le mia incriminazione e i denuncianti (sette persone) potevano impunemente fare una falsa testimonianza collettiva nei miei confronti.
Ecco, questo è lo “standard” della giustizia italiana nei nostri confronti. Chiaro quindi che privati di ogni nostro diritto diventiamo carne da macello per i nostri tanti nemici. Ma dobbiamo reagire.
COSA FARE:
  • azioni pubbliche raccolta fondi per le spese giudiziarie;
  • presentazioni pubbliche sullo stato di degrado del territorio (utilizzando anche il libro “Tracce di legalità”);
  • illustrazioni delle maggiori azioni da noi avviate per la difesa del territorio (rigassificatori, TAV, nucleare, traffico rifiuti, appalti);
  • assemblee pubbliche per la difesa del porto franco internazionale di Trieste (contro la forzata conversione ad uso speculativo del Porto Vecchio fortemente sostenuta in violazione dei trattati internazionali dallo Stato Italiano).
Tutte le iniziative devono essere finalizzate alla raccolta fondi e adesioni.
Si accettano naturalmente suggerimenti. Dobbiamo essere operativi il prima possibile e certamente da settembre.
R. Giurastante
http://alpeadriagreen.wordpress.com/
http://www.greenaction-transnational.org/

LA CASTA VOTA NO ALL'ABOLIZIONE DEI PRIVILEGI. ECCO TUTTI I GUADAGNI

CON 498 NO E SOLO 22 SI LA CASTA DA DESTRA A SINISTRA BOCCIA LA PROPOSTA DI ABOLIRE IL VITALIZIO DI BEN 3000 EURO MENSILI DI CUI GODONO ANCHE DOPO UN SOLO GIORNO O UNA LEGISLATURA DI 5 ANNI I POLITICI CHE SI SONO SEDUTI IN PARLAMENTO SPESSO INDEGNAMENTE.
QUESTA E’ LA DISTANZA INCOLMABILE TRA IL PAESE REALE E LA MAFIA DEI PARTITI.
UN LAVORATORE ONESTO DEVE FATICARE 40 ANNI PER ARRIVARE ALLA PRIMA FINESTRA PENSIONABILE.
UN POLITICO SPESSO RUBANDO UN SOLO GIORNO!
Ecco tutti i guadagni della casta.
Quanti sono e quanti soldi prendono i nostri politici (22 luglio 2011)
L’ESERCITO DEI POLITICI
ENTI NUMERO COSTI
PARLAMENTO 951 168.745.706
EX-PARLAMENTARI CON VITALIZIO 1.831 219.400.000
REGIONI 1.356 1.173.447.315
PROVINCE 4.258 454.818.007
COMUNI-CIRCOSCRIZIONI 150.619 1.660.273.352
TOTALE ORGANI ELETTIVI 159.015 3.676.684.380
——————————————————————————————-
ORGANI DI GOVERNO COSTI
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 476.756.556
UFFICI DI DIRETTA COLLABORAZIONE DEI MINISTRI 226.122.126
TOTALE COSTI COMPLESSIVI 4.379.573.062
Fonte: elaborazione dati UIL
QUANTO GUADAGNA L’ONOREVOLE
VOCE IMPORTO MENSILE
Indennità 5.486,58
Diaria 3.503,11
Rimborso spese rapporto eletti/elettori 3.690,00
Rimborso spese trasporto 1.107,00
Totale mensile netto 13.786,69
Spese telefoniche annue 3.098,74
Assistenza sanitaria
Versa 526,66 euro mensili per l’assistenza sanitaria integrativa
Pensioni
A partire dal 65° anno di età, per chi abbia svolto il mandato per almeno 5 anni
Fonte: www.openpolis.it
LA CASTA LOCAL /1
CONSIGLIERI REGIONALI
REGIONE INDENNITÀ NETTA+RIMBORSO
1 – SARDEGNA 11.417
2 – CALABRIA 11.316
3 – CAMPANIA 10.817 (10.997)
4 – PUGLIA 10.433
5 – MOLISE 9.703 (10.255)
6 – LOMBARDIA 9.664 (12.524)
7 – SICILIA 9.578 (10.056)
8 – LIGURIA 8.471 (10.227)
9 – VENETO 8.004 (10.280)
10 – VALLE D’AOST A 6.625
11 – TRENTINO ALTO ADIGE 6.292
12 – BASILICATA 6.259 (6.503)
13 – MARCHE 6.120 (6.994)
14 – UMBRIA 6.102 (6.598)
15 – ABRUZZO 6.076
16 – EMILIA ROMAGNA 5.667
17 – FRIULI VENEZIA GIULIA 5.563 (8.240)
18 – LAZIO 5.563 (7.050)
19 – TOSCANA 5.549 (7.738)
20 – PIEMONTE 5.409 (7.419)
Tra parentesi il reddito netto più il rimborso massimo.
Per altre Regioni come la Sardegna il rimborso è fisso.
Fonte: Conferenza Parlamenti Regionali
le cifre sono in euro)
LA CASTA LOCAL /2
PRESIDENTI CONSIGLIO E GIUNTA
REGIONE INDENNITÀ NETTA+RIMBORSO
1 – SARDEGNA 14.644
2 – SICILIA 14.134 (14.192)
3 – CALABRIA 13.353
4 – PUGLIA 12.715 (14.595)
5 – CAMPANIA 12.388
6 – MOLISE 12.038
7 – LOMBARDIA 11.739
8 – VENETO 10.339 (12.615)
9 – VALLE D’AOSTA 9.710
10 – LIGURIA 9.084 (10.840)
11 – TRENTINO ALTO ADIGE 9.034
12 – BASILICATA 8.746
13 – LAZIO 8.545 (12.548)
14 – ABRUZZO 8.450
15 – PIEMONTE 8.240 (15.654)
16 – EMILIA ROMAGNA 8.218
17 – FRIULI VENEZIA GIULIA 8.062
18 – MARCHE 7.787 (8.661)
19 – TOSCANA 7.106
20 – UMBRIA 7.104
Tra parentesi il reddito netto più il rimborso massimo.
Per altre Regioni come la Sardegna il rimborso è fisso.
Fonte: Conferenza Parlamenti Regionali
(le cifre sono in euro)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Tutti%20i%20guadagni%20della%20casta/2156944tutti