Archivio Autore: Palau Giovannetti Pietro - Pagina 5

PROCESSO MASTROGIOVANNI: ATTO D'ACCUSA CONTRO IL P.M. MARTUSCELLI

VALLO DELLA LUCANIA: LA PROCURA DELLA VERGOGNA!

In calce la traduzione in inglese del comunicato alla stampa estera per spezzare il silenzio sul comportamento del P.M. Martuscelli e l’intervista rilasciata a Radio Radicale dal difensore di parte civile, Avv. Michele Capano, in rappresentanza della Onlus Movimento per la Giustizia Robin Hood, aderente alla rete di Avvocati senza Frontiere.

Avvocati senza Frontiere pubblica in calce il testo integrale della Denuncia-Esposto, inviata nei giorni scorsi alla Procura di Napoli, al P.G. presso la Corte d’Appello di Salerno e al C.S.M., a carico del P.M. Renato Martuscelli di Vallo della Lucania, al fine di valutare la rilevanza sia penale che disciplinare delle gravi e molteplici violazioni procedimentali che si sono verificate nell’anomalo processo per la morte di Francesco Mastrogiovanni, tali da denunciare una situazione ambientale del tutto pregiudizievole.
In ordine al fumus persecutionis e al clima pregiudizievole venutisi a creare nei confronti della vittima che hanno permesso al P.M. di modificare le originarie più gravi imputazioni, chiedendo pene lievi nei confronti del Primario Di Genio e di 5 medici e 12 infermieri del lager pschiatrico di Vallo della Lucania, i legali dell’Associazione, costituitasi parte civile, premettono che tra le finalità della Onlus, oltre alla tutela del diritto alla salute e di adeguate cure e trattamenti sanitari, rientrano anche i fondamentali diritti dell’individuo e l’interesse della collettività di potere accedere ad una giustizia giusta e uguale per tutti, che sono inscindibilmente connessi alla più generale tutela del rispetto della dignità della persona umana e dei diritti dei soggetti più deboli, per cui nessuno può essere sottoposto a torture, tanto più in strutture sanitarie.
L’atto di accusa nei confronti del P.M. Martuscelli elogia l’attività in precedenza svolta dall’originario P.M. Dott. Rotondo che aveva svolto una ineccepibile attività investigativa e individuazione dei capi d’accusa, disponendo il rinvio a giudizio di medici ed infermieri, censurando con una meticolosa ricostruzione storica il comportamento tenuto dal nuovo P.M., indicato come personaggio già tristemente noto alle cronache giudiziarie per aver perseguitato la vittima dell’omicidio preterintenzionale di Francesco Mastrogiovanni, quando il povero maestro elementare era ancora in vita, sottoponendolo, ingiustamente, già vari anni orsono nel 1999, alla misura cautelare della custodia detentiva per oltre 9 mesi, per reati del tutto insussistenti a seguito di una banale contravvenzione al codice della strada per preteso “oltraggio e resistenza”, accuse del tutto infondate e pretestuose dalle quali venne poi assolto con formula ampia e sentenza di condanna dello Stato Italiano al risarcimento del danno morale di Lire 25.000.000, per l’ingiusta detenzione inflittagli a causa delle sommarie indagini svolte dal medesimo Martuscelli.
La denuncia diretta per competenza territoriale alla Procura di Napoli conclude chiedendo “svolgersi ogni più opportuna attività investigativa volta ad accertare per quale ordine di interessi e in base a quale percorso investigativo, il Martuscelli abbia demolito l’originario impianto accusatorio e probatorio già meticolosamente contestato e predisposto dal P.M. Rotondo e avvallato dal G.I.P. Nicola Marrone, nonché accertarsi se gli imputati e/o terzi soggetti legati alla struttura ospedaliera abbiano esercitato pressioni volte ad ottenere pene miti, stravolgendo il regolare corso della giustizia, secondo le originarie e più gravi imputazioni, di cui ai capi di accusa contestati nel decreto che dispone il giudizio, nonché, infine, accertarsi per quale ragione il Martuscelli abbia omesso qualsiasi indagine volta ad accertare l’illegittimità dei TSO e sulla circostanza che il primario dirigeva il reparto di psichiatria, senza avere titolo specialistico, come si evince dal curriculum, disponibile sul sito  dell’Asl Salerno, nonché sull’ulteriore allarmante circostanza che la stessa Dott.ssa Maria Luisa Di Matteo che ha firmato l’ultimo fatale TSO, rendendo, tra l’altro, falsa testimonianza, risulta invece specializzata in medicina dello sport [guasti profondi che rivelano una gestione politico-clientelare della sanità a fronte della quale vengono impunemente messi a capo di reparti specialistici soggetti privi delle necessarie qualifiche e personale sia medico che paramedico privi di idonee professionalità]”.
————————————————IL TESTO INTEGRALE ————————————————-
Consiglio Superiore della Magistratura
Piazza dell’Indipendenza, 6 00185 Roma

Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli
Dott. Henry John Woodcock

Centro Direzionale – via Grimaldi 80100 Napoli

Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Salerno

E, p.c.:
Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania
Alla stampa e alla pubblica opinione

DENUNCIA-ESPOSTO
A carico di: Renato Martuscelli, sostituito Procuratore della Repubblica attualmente applicato presso il Tribunale di Vallo della Lucania.

Scarica il testo integrale della Denuncia-Esposto nei confronti del P.M. Martuscelli

Per info: Segreteria Avvocati senza Frontiere 02/36582657 – 329/2158780

http://www.radioradicale.it/scheda/363282/processo-mastrogiovanni-intervista-a-michele-capano-rappresentante-di-parte-civile

TRADUZIONE IN INGLESE
COMUNICATO ALLA STAMPA ESTERA PER SPEZZARE IL SILENZIO SUL COMPORTAMENTO DEL P.M. MARTUSCELLI

Mastrogiovanni dying of compulsory medical treatment

“Lawyers without Borders” has published online the whole text of the complaint, sent a few day ago to the Naples Prosecutor’s Office, against the P.M. Renato Martuscelli di Vallo della Lucania, in order to evaluate the importance both criminal and disciplinary of the various and serious procedural irregularities occurred in the unusual proceeding for the death of Francesco Mastrogiovanni, so serious to report a very prejudicial situation.
Having in mind the fumus persecutionis and the prejudicial situation created against the victim that let the P.M. modifying the original and more serious charges, asking for slight punishment against the head physician Di Genio and five doctors and twelve medical attendants of the psychiatric lager of Vallo della Lucania, attorneys of the Association, taking civil action, say that among the aims of the Onlus, in addition to preservation of heath care right and adequate cares and medical treatments, there are also the fundamental individual rights and the interest of society to have the chance to real and fair justice, that are inseparably connected to the general preservation of the respect of human dignity and of weaker people rights, according to which no one can be tortured, furthermore in medical facilities.
The bill of indictment against Mr. Martuscelli praises the work previously done by the original P.M. Mr. Rotondo who had done unimpeachable investigation and individuation of the counts, deciding to remand doctors and medical attendants, blaming with a very meticulous historical reconstruction of the behavior of the new P.M., indicated as a character already known in the judiciary news for having obsessed the victim of involuntary manslaughter Francesco Mastrogiovanni, when the poor elementary school teacher was still alive, submitting him, unfairly, various years ago in 1999, to be remanded in custody as a precautionary measure for more than nine months, for absolutely inexistent crimes after a simple offence of road code for pretended “ assault and opposition”, accuses absolutely unfounded and used as an excuse from which he was later discharged with a sentence that condemn Italy to give him 25.000.000 lire as compensation for morale damage, for the unfair custody he was remanded after the hurried investigation done by Martuscelli himself.
The complaint sent to Naples Prosecutor’s Office, according to territorial competence, ends asking “to do any adequate investigation in order to ensure for which interest and following which investigation path, Martuscelli has destroyed the original accuses and proves already meticulously questioned and arranged by P.M. Rotondo and approved by G.I.P. Nicola Marrone, as well as to ensure if the defendants and/or others related to the hospital have done anything to have slighter punishment than the original and more serious charges, turning upside-down the normal justice procedures, and to ensure, finally, for which reason Martuscelli didn’t do any investigation in order to verify the illegitimacy of TSO and the fact that the head physician leaded the psychiatric department, without having a specialization, as you can see in his curriculum, available on Salerno Asl website, and the other fact that doctor Maria Luisa Di Matteo, who has signed last fatal TSO, given false testimony, is specialized in sport medicine [deep signs that reveal a political administration of health according to which power is given with impunity to people without the qualifications required]
Tomorrow morning 17 OTTOBRE 2012 about 12,00 a.m. there will be the final harangue of the attorneys of the Association “Movement for Justice Robin Hood”, who took civil action.

QUANDO IL P.M. FA L'AVVOCATO DEGLI IMPUTATI: LO SCANDALOSO CASO MASTROGIOVANNI

Udienza 2 ottobre 2012, Vallo della Lucania.
Per l’omicidio preterintenzionale di Francesco Mastrogiovanni, come prevedibile il P.M. Martuscelli ha chiesto di derubricare i reati più gravi, smontando l’impianto accusatorio del precedente P.M., Francesco Rotondo, “promosso” per impedirgli di concludere il processo.
La Segreteria di Avvocati senza Frontiere, mentre è ancora in corso la requisitoria, rende noto che, a seguito della mancata astensione del P.M. Renato Martuscelli che ha ignorato la richiesta del difensore della Onlus Movimento per la Giustizia Robin Hood, costituita parte civile con l’Avv. Michele Capano del Foro di Salerno, ha inviato un circostanziato Esposto al C.S.M. e al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Salerno per procedere in sede disciplinare nei confronti del P.M. Martuscelli e per valutare la rilevanza penale delle gravi e molteplici violazioni procedimentali che si sono verificate nell’ambito del processo in corso da oltre tre anni.
Dopo aver sottoposto ad attenta disamina lo svolgimento del processo, nonché le attività svolte dalle parti, i legali dell’Associazione si sono resi conto dell’intollerabile assenza del P.M. che in spregio alle sue funzioni istituzionali ha assunto in maniera sfacciata, senza mezzi termini, la difesa degli imputati, cercando di minimizzare le gravi responsabilità degli stessi, rivolgendo, viceversa, le proprie attività d’accusa nei confronti della vittima, nel precipuo scopo di alleggerire le condotte dei medici e del personale  ospedaliero, nonché delle stesse forze dell’Ordine che hanno eseguito con modalità illegittime, il brutale fermo di una persona assolutamente sana di mente e pacifica che implorava di non venire portato presso il lager psichiatrico del San Luca di Vallo della Lucania, preavvertendo con grande lucidità che sarebbe stato ucciso.
A riguardo, i legali di Avvocati senza Frontiere hanno
ricordato la pregressa attività persecutoria del P.M. nei confronti del maestro elementare Francesco Mastrogiovanni, quando il povero Mastrogiovanni era ancora in vita, sotoponendolo, ingiustamente, già anni orsono, alla misura della custodia cautelare per oltre 9 mesi, per fatti del tutto insussistenti di pretesa “resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale“, dai quali l’odierna vittima è stata poi assolta con formula ampia dalla Corte d’Appello di Salerno, riconoscendo l’abuso da parte delle Forze dell’Ordine, e condanna dello Stato Italiano da parte della Corte Europea per i Diritti dell’Uomo di Strasburgo, per l’ingiusta detenzione.
L’esposto prosegue denunciando l’anomalo comportamento endoprocessuale e l’assoluta inerzia investigativa del P.M. Martuscelli, anche nel connesso procedimento R.G.N.R. 1799/09, nell’ambito del quale ha richiesto nelle scorse settimane l’archiviazione nei confronti dei medici che avevano disposto il TSO di Mastrogiovanni, risultando perciò evidentemente incompatibile e impensabile che potesse oggi sostenere la Pubblica Accusa, sostituendo l’originario P.M. che
aveva svolto in maniera ineccepibile le indagini e disposto i rinvii a giudizio, venendo infine rimosso, mediante promozione: “promoveatur ut amoveatur” [noto brocardo latino, la cui traduzione è “sia promosso affinché sia rimosso”, usato per esprimere la necessità di liberare un ruolo chiave dell’organigramma dalla persona che lo occupa, promuovendola ad un qualunque altro ruolo di rango superiore, quale unico mezzo per poterlo “legalmente” allontanare dalla posizione occupata, ritenuta scomoda agli interessi dei poteri dominanti].
Ciò non bastando, anche le stesse condotte endoprocessuali tenute dal Dr. Martuscelli nel corso del dibattimento hanno rivelato la sua manifesta parzialità, animosità e acrimonia verso la persona del defunto Mastrogiovanni, nei cui confronti giungeva
addirittura ad infierire con diffamanti e false insinuazioni,  dipingendolo come pericoloso sovversivo, spingendo i testimoni ad esprimere valutazioni negative e del tutto inconferenti alla illegittima prolungata contenzione che ne ha provocato la morte. D’altro canto, il Martuscelli rivelava prevenzione e grave inimicizia, omettendo qualsiasi attività, quale rappresentante della Pubblica Accusa, neppure ravvisavando la necessità di sollevare eccezione di inammissibilità circa l’ammissione della testimonianza della Dr.ssa Di Matteo, in quanto indagata nel parallelo procedimento connesso R.G.N.R. 1799/09, relativo al TSO, giungendo, infine, ad omettere di richiedere l’acquisizione del video integrale delle oltre 83 ore di tortura con mani e piedi legati, senza acqua nè cibo, da cui si poteva, altresì, accertare la presenza del primario che invece la difesa sosteneva in ferie.
Ragioni per cui prima di conoscere l’esito della requisitoria del P.M. che si è poi appreso aver richiesto la derubricazione dei reati più gravi, premonitoriamente il comunicato stampa di Avvocati senza Frontiere avanzava l’ipotesi che vi erano fondati motivi per ritenere che il Martuscelli avrebbe richiesto l’assoluzione del primario del lager psichiatrico e pene
miti nei confronti dei terzi imputati aventi causa.
In effetti, l’anomala Pubblica Accusa è andata ben oltre, ritenendo insussistente il reato di sequestro di persona, contestato in origine dal P.M. rimosso, a tutti i 18 imputati tra medici ed infermieri, ha fatto cadere l’imputazione di cui all’art. 586 c.p. (morte come conseguenza di altro delitto), sostenendo la mancanza dell’elemento doloso del delitto, chiedendo, infine, la derubricazione ad omicidio colposo.
Attraverso tale capzioso percorso argomentativo, insultando il buon senso e l’intelligenza del popolo italiano che ha visto il video integrale dell’atroce agonia inflitta ad un uomo sano, libero e in pieno possesso della sue facoltà mentali, il P.M. Martuscelli, ritenendo la contenzione che ha provocato l’atroce morte della vittima, come “blanda e irrilevante“, ovvero (sic!) un “atto medico dovuto“, anzichè barbara tortura medievale, ha chiesto lievi pene comprese tra i due anni e i due anni e 7 mesi per il personale medico e sanitario in servizio la notte tra il 3 e il 4 agosto 2009.
La difesa di Avvocati senza Frontiere anticipa che nella propria arringa richiederà anche ai sensi dell’art. 523 c.p.p., la visione del filmato integrale, sottolineando che, senza l’acquisizione agli atti di tale basilare prova, nessun giusto verdetto potrà scaturire all’esito del processo.
E’ da ritenersi infatti che l’anomalo P.M. non si mai neppure peritato di esaminare integralmente il filmato, in quanto ove avesse trovato il coraggio di farlo, posto di fronte alla consapevolezza dei fatti e a quali atroci sofferenze e’ stata ininterottamente sottoposta la vittima di tali disumani trattamenti, definiti del tutto incoscientemente “atti medici dovuti”  non avrebbe di certo avuto l’ardire di definire la contenzione praticata “blanda e irrilevante“, nè tantomeno di coprire le ben più gravi responsabilità penali e  sarebbe giunto a ben diverse ipotesi, contestando invece l’omicidio preterintenzionale.
Il testo integrale dell’esposto sarà disponibile nella Mappa della malagiustizia in Italia sul sito: https://www.avvocatisenzafrontiere.it/
Per saperne di più e vedere il video integrale:
http://www.lavocedirobinhood.it/Articolo.asp?id=201&titolo=T.S.O.: CURA O TORTURA? ASSASSINIO MASTROGIOVANNI. LA LEGGE BASAGLIA 32 ANNI DOPO

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/cosi-hanno-ucciso-mastrogiovanni/2191955

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/ora-processano-mastrogiovanni/2192178/25
http://video.corriere.it/agonia-mastrogiovanni-maestro-lasciato-morire-ospedale/cae4f01e-0a30-11e2-a442-48fbd27c0e44
http://italy.indymedia.org/category/tags/michele-genio
http://informarexresistere.fr/2012/09/29/guardare-lorrore-lagonia-di-francesco mastrogiovanni/#axzz28EIyqPGV
http://magazine.liquida.it/2012/09/28/francesco-mastrogiovanni-cronaca-di-una-morte-ignorata/
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/09/28/sullespresso-lagonia-francesco-morto-dopo-letto-contenzione/205938/
“Mastrogiovanni è morto un’altra volta”, L’Unità 4/10/12
(scarica articolo da file allegato)
Brevi cenni sul Movimento per la Giustizia Robin Hood
Ente non lucrativo di utilità sociale riconosciuto con Decreto del Presidente della Regione Lombardia n. 369/99, operante su tutto il territorio nazionale, che si adopera da oltre 25 anni per il rispetto della legalità e dei diritti umani, a tutela di interessi diffusi dei cittadini e dei propri associati, contro qualsiasi forma di discriminazione e abuso di autorità, anche da parte delle istituzioni, offrendo assistenza legale ai soggetti in stato di bisogno, attraverso la rete di “Avvocati senza Frontiere”.
In particolare, tra le finalità della Onlus rientrano anche la tutela del diritto alla salute, nonché di adeguate cure e trattamenti
sanitari, quali fondamentali diritti dell’individuo e interessi della collettività, costituzionalmente protetti, che sono inscindibilmente connessi alla più generale tutela del rispetto della dignità della persona umana e dei diritti dei soggetti più deboli, come si evince dallo Statuto associativo della Onlus nei vari aggiornamenti on line.
Tali attività associative di tutela vengono svolte attraverso gli sportelli di “S.O.S. Giustizia” e la rete di “Avvocati senza Frontiere”, che si prefiggono di garantire il diritto di difesa, anche dei non abbienti, in ogni sede anche sovranazionale, tutelando con fermezza e coraggio civile i cosiddetti “diritti negati”, nonché quelli dei propri associati, come emerge dallo Statuto associativo, che prevede espressamente la facoltà dell’Ente di intervenire in giudizio e di costituirsi parte civile nei casi di particolare rilevanza sociale, anche al fine di monitorare il corretto svolgimento dei procedimenti e l’esercizio dell’azione penale, onde affermare in concreto il
principio di uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
Nel caso di specie, L’Associazione, avuta notizia della sostituzione del P.M. originariamente titolare dell’indagine, che aveva disposto il rinvio a giudizio degli imputati, svolgendo una ineccepibile attività, poi sostituito dal P.M. Dr. Renato Martuscelli, si è costituita parte civile, non solo al fine di  monitorare il procedimento, ma anche di denunciare abusi, violazioni procedimentali, omissioni, rapporti collusivi e anomalie che soventemente possono verificarsi in processi di
particolare rilevanza sociale per coprire le responsabilità di soggetti in posizione dominante e imputati cd. “eccellenti”, in grado di esercitare pressioni sugli organi giudicanti, pilotando l’esito dei procedimenti con assoluzioni o pene molto miti.
Info: Segreteria Avvocati senza Frontiere 02/36582657 329/2158780
http://www.lavocedirobinhood.it/Articolo.asp?id=232&titolo=QUANDO IL P.M. FA L’AVVOCATO DEGLI IMPUTATI: LO SCANDALOSO CASO MASTROGIOVANNI

TELEFONO VIOLA DENUNCIA ABUSI PSICHIATRICI E MALTRATTAMENTI A NIGUARDA

Reparto psichiatrico Ospedale Niguarda, decessi e maltrattamenti: Telefono viola denuncia metodi di contenzione alla Procura di Milano

13 dicembre 2010

Se le vicende accadute al reparto psichiatrico dell’ospedale Niguarda dovessero essere verificate, si potrebbe delineare una perfetta trama per un film “horror”.

Infatti, stando a quanto riportano le agenzie stampa, questa mattina l’associazione Telefono Viola avrebbe presentato alla Procura di Milano un esposto su morti sospetti e maltrattamenti, derivati dai metodi di contenzione applicati nel regolamento del reparto psichiatrico dell’ospedale milanese.

Tre nuovi casi di morti “per abusi nei confronti di pazienti con patologie psichiatriche”, hanno fatto scattare lo sdegno dell’associazione che si occupa della tutela di abuso o cattivo uso della pratica psichiatrica.

Nell’esposto presentato questa mattina da Telefono viola sono, infatti, ipotizzati reati di omicidio e lesioni in relazione ad episodi che sarebbero avvenuti nei reparti psichiatrici dell’ospedale Niguarda.

I tre nuovi casi che si sono verificati nella struttura ospedaliera si aggiungerebbero a due morti “per torture da contenzione” denunciate recentemente attraverso una conferenza stampa dalla stessa associazione.

La denuncia controfirmata anche da cui alcuni familiari dei pazienti oltre che dal presidente dell’associazione Giorgio Pompa, assistiti dall’avvocato Mirko Mazzali, illustra 5 casi di morti e 5 casi di abusi e violenze; viene inoltre messa sotto accusa la pratica detta dello “spallaccio”, ovvero il metodo di contenzione fisica che consiste nel legare i malati di mente al letto.

RIEPILOGO DEI CASI ESPOSTI –

Tre nuovi casi: Filippo S. e Maria Graziella B., morti nei reparti Grossoni rispettivamente il 17 marzo 2009 e il 13 gennaio 2010. Stando a quanto rifersice Giorgio Pompa, i due dopo essere stati ”intontiti dai neurolettici, sono stati abbandonati a loro stessi durante il pranzo, a morire in completa solitudine, in modo orribile, soffocati dal cibo che stavano mangiando”.

Viene ricordato anche il decesso di un altro paziente, Antonio R. che morì “improvvisamente” il 17 settembre 2007.

Tutti casi dei quali, afferma Pompa, “mancano la documentazione e i referti medici”.

Ricordando invece la conferenza stampa che si tenne al Palazzo di Giustizia di Milano, lo scorso 23 novembre, riemergono anche altre 2 morti sospette: quella di Tullio C. “legato al suo letto alle 11 di mattina e, dopo 14 ore, alle 2 di notte trovato morto”, nell’ottobre scorso e quella di Francesco D., obeso e accanito fumatore, “morto al Grossoni il 26 settembre 2008, dopo essere stato legato al letto per impedirgli di fumare”.

4 episodi di violenze legate alla contenzione fisica dei pazienti: nel giugno del 2005, “un marocchino Mohamed M. subì lo spallaccio, e si ritrovò con le braccia paralizzate”, mentre una donna Rita F., nel marzo del 2006 “venne legata e subì piaghe da decubito e infezioni”, un’altra paziente invece “all’inizio del 2010 è rimasta legata per 18 giorni e 6 ore” e Andrea S. “per 14 giorni” .

L’esposto segnala anche la vicenda di Maria Teresa D., che nel maggio del 2009 “venne legata per due ore, solo perchè aveva litigato a parole con un infermiere per un motivo banale”.

Nel documento presentato alla Procura di Milano e firmato anche dal marito di Rita F. si evidenzia che quest’ultima “dopo la contenzione, vive su una sedia a rotelle”.

(da Direttanews.it)

Articoli Correlati:

 

http://www.news-forumsalutementale.it/reparto-psichiatrico-ospedale-niguarda-decessi-e-maltrattamenti-telefono-viola-denuncia-metodi-di-contenzione-alla-procura-di-milano/

PORDENONE: SCIOPERO DELLA FAME CONTRO I SUICIDI DA MOBBING NELLA SCUOLA

12/09/2012 San Vito al Tagliamento (PN)
Occupata la scuola media di San Vito al Tagliamento.
1° giorno di sciopero della fame per Gianni Favro e altri aderenti al Movimento Nazionale contro il Mobbing.
I lavoratori della scuola sono entrati in agitazione mediante una inusuale forma di protesta civile di stile gandhiano per la mancata attuazione dell’art. 98 del  Contratto Collettivo Scuola: l’organizzazione dei Comitati Paritetici contro il Mobbing, il/la consigliere/a di fiducia, i Punti di Ascolto nelle Scuole.
A differenza dell’Ufficio Scolastico Regionale di Trieste, che proprio ieri ha ricevuto una delegazione, per gli esponenti del Movimento l’organizzazione dei Punti di Ascolto costituisce una priorità ASSOLUTA per prevenire il suicidio dei Docenti e del Personale Scolastico, visti i due casi in Friuli e in Veneto, di cui hanno dato ampio risalto le cronache nazionali.
La civile forma di protesta è altresì rivolta nei confronti degli abusi di potere da parte dei Dirigenti scolastici nell’ambito delle contestazioni degli addebiti disciplinari ai Docenti che soventemente risultano arbitrarie, illogiche e carenti di motivazione se non manifestamente illegittime.
A venire censurato è anche il diniego del contraddittorio e del diritto di difesa nell’adozione delle sanzioni disciplinari a carico del  personale della scuola.
In particolare il Prof. Gianni Favro denuncia l’illegittimità del suo licenziamento e della condanna penale ritorsivamente inflittagli a ben 4 mesi e 15 gg di reclusione per avere cercato di difensersi, osservando che vengono lesi i Diritti Fondamentali dell’Uomo proprio nella Scuola dove dovrebbero essere non solo insegnati ma anche tutelati attraverso rapporti educativi e di lavoro esemplari.
Per maggiori informazioni:
Movimento Nazionale contro il Mobbing ai Lavoratori
Presidente Prof. Gianni FAVRO  cell. 349.8346368

Edilbasso fallimento. Il Ministro Giarda lo riconosce come caso emblematico d’infiltrazione criminale mafiosa

Indagare sul fallimento della Edilbasso e sulle protezioni affaristico-mafiose all’interno dei Tribunali per contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nel sistema produttivo e giudiziario.

Dopo alterne vicende e conflitti intestini tra la Procura di Padova e il Tribunale fallimentare che ha cercato di salvare l’azienda infiltrata dalle ‘nandrine, il caso Edilbasso approda in Parlamento.

Alessandro Naccarato del Partito Democratico ha presentato un’interrogazione durante il “question time” alla Camera portando all’attenzione del governo il caso dell’azienda padovana Edilbasso. Il governo ha riconosciuto la vicenda come esempio di infiltrazione criminale anche nel Nordest e ha rinnovato il suo impegno futuro.

LA VICENDA. L’interrogazione di Naccarato ha ripercorso le tappe della storia dell’Edilbasso. L’azienda padovana, entrata in una fase di difficoltà economica nel 2010, ha dichiarato fallimento nel 2011 e ha affittato un ramo d’azienda alla Faber Costruzioni Srl, dietro alla quale compare Giovanni Barone. L’uomo, ricorda Naccarato, è coinvolto in un’inchiesta della procura di Milano che ha portato all’arresto di diverse persone, tra cui Salvatore Strangio, Andrea Pavone, Ivano Perego e Pasquale Nocera, accusati a vario titolo di associazione mafiosa in varie inchieste giudiziarie.

LA RISPOSTA DEL GOVERNO. «Le forze di polizia» ricorda Giarda, «svolgono una costante e proficua attività di monitoraggio finalizzata al contrasto dei tentativi di infiltrazione». Giarda ha ricordato alcune delle misure già in atto per la lotta all’infiltrazione mafiosa: tra queste l’implementazione del quadro normativo con il Codice Antimafia e le “white list” finalizzate all’attività antimafia nell’ambito dell’Expo 2015 milanese. Per il ministro la parola chiave sulla quale si basa l’azione del governo è la trasparenza e la disponibilità delle imprese a sottoporsi a controlli. «La prossima sfida» conclude Giarda, «sarà quella di estendere il controllo all’area privata per preservarla così come quella pubblica dalla minaccia delle cosche. Effettivamente bisogna riconoscere che l’attuale congiuntura economica può costituire un terreno fertile per l’attecchimento dei tentativi della criminalità organizzata in aree geografiche finora non colpite endemicamente da fenomeni mafiosi». Per il ministro le iniziative di sostegno agli operatori economici sono un «concreto sforzo» per dare un segno tangibile della vicinanza delle istituzioni.

 

LA CONFERMA DELL’ALLARME. Nella replica di Naccarato il deputato mette l’accento sulle responsabilità di questa situazione. «Non sono rassicurato da questa risposta» spiega, «ma sono parzialmente soddisfatto per la precisione con cui ha risposto ad almeno una parte del quesito. In passato c’è stata una colpevole sottovalutazione, anche da parte del governo precedente, del fenomeno». Naccarato fa riferimento anche all’arrivo di Riina jr a Padova ma sottolinea come il problema principale sia che le infiltrazioni mafiose tendono ad annidarsi nelle pieghe della crisi. «Si corre il rischio che il Veneto diventi terra di conquista in particolare per le imprese sane, in particolare nel settore dell’edilizia. Credo che serva un’attenzione maggiore e maggiori strumenti per potenziare la prevenzione e il contrasto contro la criminalità organizzata anche i Veneto», conclude Alessandro Naccarato.

Per la Edilbasso di Loreggia giovedì doveva essere la giornata decisiva. Risolvere la questione con i creditori e dare il via all’omologa, ovvero alla procedura di liquidazione concordata. E invece c’è stato il colpo di scena. All’incontro con i giudici del tribunale fallimentare ha partecipato anche il pubblico ministero Roberto d’Angelo che, davanti ai delegati rappresentanti delle aziende creditrici, si è opposto alla omologa del concordato e questo in virtù di approfondimenti in merito alla posizione creditoria di Edilbasso fatte dalla procura in collaborazione con la Guardia di Finanza. Pm e finanzieri stanno cercando di far luce su uno stretto giro di modifiche all’assetto societario della Faber costruzioni, società che ha mantenuto i rami produttivi di Edilbasso (appalti a Padova e Verona) per far cassa e pagare i creditori.

Dopo un anno di carteggi, la procura di Padova ha di fatto aperto un fascicolo esplorativo senza indagati per capire se Edilbasso e Faber abbiano svolto tutte le attività in piena legalità. La strada più concreta per la società edile di Loreggia ora è quella del fallimento, anche se non si escludono altri salvataggi in extremis. La vicenda Edilbasso è legata a doppio nodo a quella di Giovanni Schiavon, l’imprenditore titolare della Eurostrade 90 di Vigonza, che il 12 dicembre scorso si è suicidato perché «sommerso dai crediti », ovvero soldi che non riusciva a riscuotere. L’imprenditore avanzava (tra gli altri) 110 mila euro da Edilbasso. Con il concordato ne avrebbe presi circa seimila: alla notizia non ha retto. Questo, unito ad altri crediti che non riusciva a riscuotere lo hanno portato al suicidio. Per quanto riguarda Edilbasso la prossima udienza davanti al giudice fallimentare è fissata il 21 giugno. Il parere della Procura non è in questo caso del tutto vincolante, anche se i dubbi del magistrato pesano come macigni sulle scelte.

La decisione dei magistrati civili verrà presa anche sulla base di una dettagliata relazione di 18 pagine, in cui i commissari hanno ripercorso l’ultimo anno e mezzo della storia di Edilbasso e delle aziende collegate. I dubbi vengono sollevati a pagina 11, quando si parla di una interrogazione parlamentare presentata lo scorso aprile dal parlamentare del Pd Alessandro Naccarato, in cui si chiedeva al ministro Giarda di vigilare su alcuni assetti societari non del tutto chiari, ovvero l’entrata in Faber del commercialista calabrese Giovanni Barone e Adriano Cecchi, entrambi collegati, anche se non indagati, nell’inchiesta milanese sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta della società edile Perego strade. Nel marzo del 2011 Barone acquistò il 65% delle quote della Faber per poi lasciarle in parte a Cecchi e in parte ad un avvocato di Londra. In merito a questo giro di acquisti azionari i commissari segnalano che i fratelli Basso hanno dato spiegazioni rilevando «Una certa inaffidabilità dei soggetti terzi entrati nella compagine (…) e vista l’incapacità di queste persone di poter assolvere agli impegni sottoscritti si è proceduto al riacquisto delle quote». Ora il 90% della Faber è di nuovo dei Basso, il resto è di una società sempre riconducibile a Cecchi. Ma i creditori fanno un rendiconto preciso anche del difficile rapporto tra Faber e Edilbasso: a pagina 12 si parla di affitti e cessioni e «Giroconti personali» di centinaia di migliaia di euro e la convenienza del mantenere in vita la Faber viene ritenuta dai Commissari non una soluzione effettiva ma una «mera apposizione contabile». Appuntamento il 21 giugno. E intanto le indagini della procura continuano.

RUBARE QUANDO SI HA FAME NON E' REATO. L'UNICO VERO CRIMINE E AFFAMARE GLI ANZIANI E CREARE LEGGI CHE PROTEGGONO CHI RUBA LE RISORSE PUBBLICHE

E’ stato definito da taluni il «Robin Hood degli anziani» da altri una sorta di «Santo protettore» dei vecchietti indigenti scoperti a “rubare” nei supermercati.
Quello che ci appare certo e inconfutabile è che l’azione che viene comunemente definita “rubare”, quando si ha fame non può venire sensatamente considerata da una Società civile (degna di questo nome) come reato.
E’ da ritenere invece tra i più  ignobili reati quello di affamare le persone e creare leggi che proteggono chi ruba le risorse pubbliche, anzichè tutelare gli anziani, assicurando loro una vecchiaia serena.
________________________________________________________________________________________
LA STORIA
Si chiama Alessandro Maiorano è un semplice impiegato del Comune di Prato, città dove vive da 50 anni. Quando scopre che un vecchietto è stato sorpreso a rubare cibo nei supermercati di tutta Italia e magari è stato denunciato, si precipita a pagare la merce indebitamente sottratta. Unica condizione: rimanere anonimo.
DENUNCIATO PER DIFFAMAZIONE PER UN’EMAIL.
Peccato che l’anonimato sia stato bruscamente infranto a inizio dicembre quando Maiorano ha pensato bene di soccorrere un pensionato di 77 anni che aveva rubato una bistecca dal supermercato di Piove di Sacco, in provincia di Padova.
Pagato il conto di 24 euro, il «Santo», invece che un ringraziamento, si è visto recapitare una querela per diffamazione e una richiesta di risarcimento di 2 milioni di euro. Il sindaco del paese teatro del furto non ha infatti gradito la email con la quale Maiorano deprecava l’indifferenza dei servizi sociali verso gli anziani più deboli e ha scelto di citare in giudizio il benefattore.
IL SINDACO IN DIFESA DEI SERVIZI SOCIALI.
In ogni favola che si rispetti, del resto, l’eroe, per essere tale, deve avere un antagonista che ostacoli le sue prodezze.
In quella di Maiorano il ‘cattivo’ si chiama Alessandro Marcolin, sindaco di centrodestra a Piove di Sacco. Il primo cittadino sostiene che l’accusa di non occuparsi in modo corretto dei deboli della propria comunità sia immeritata: «Maiorano, oltre a scrivere ai giornali, ha invitato al sottoscritto un’email offensiva, ignorando due cose: primo che non si tratta di un anziano così indigente da dover rubare per fame e secondo che non vive a Piove, ma in provincia di Venezia. Mi sono consultato con gli assessori e si è deciso di chiedere 2 milioni di risarcimento danni per diffamazione subita».
Somma che, qualora fosse riconosciuta al Comune, sarebbe destinata al potenziamento dei servizi sociali.

La scelta di aiutare gli altri dopo due incontri con Benedetto XVI

L’opera di Maiorano è cominciata circa tre anni fa. La prima cosa che ha fatto è stata aiutare la Chiesa cattolica che lo aveva sostenuto quando la sua famiglia aveva subito un caso di stalking.
Dopo due incontri con Benedetto XVI, il «Santo» ha deciso di fare qualcosa per la collettività, in segno di riconoscenza per il bene ricevuto dalla Chiesa. E così ha concentrato la sua attenzione su una fascia, quella degli anziani indigenti, a lui molto cara.
«Vengo da una famiglia certo non agiata», ricorda Maiorano a Lettera43.it, «i miei genitori hanno conosciuto la fame. Ora che posso, cerco di aiutare gli altri. Non voglio farmi conoscere, ma solo far presente che lo Stato dovrebbe occuparsi delle situazioni più critiche».
Anche perché i vecchietti che rubano un po’ di cibo, che male fanno? «Hanno fame e per questo sono costretti all’umiliazione di rubare. Al supermercato l’anziano prende una scatoletta di tonno, una confezione di wurstel o al massimo una bistecca. Lo fa con discrezione, quasi con gentilezza. Non è il ladro professionista che ruba solo le merci più costose».
CONTRO QUERELA PER CALUNNIA. Per difendersi dalla denuncia del sindaco di Piove di Sacco, Maiorano ha dovuto usare le stesse armi e rispondere con una querela per calunnia.
«Nell’email che ho inviato a Marcolin non è riportata alcuna offesa personale: la mia lettera era solo un incitamento affinché, indipendentemente dal Comune di residenza dell’anziano, le istituzioni del Comune si attivassero in soccorso di un debole». E come risarcimento, il «Santo» ha chiesto 4 milioni di euro. Che ha promesso di devolvere alla Chiesa.
«Al di là di tutte le grane legali», commenta Maiorano, «la cosa che mi fa più rabbia è sentirmi come Zorro a cui hanno strappato la maschera. Adesso ho soggezione ad aiutare gli anziani in difficoltà: non mi piace essere riconosciuto come un benefattore. Preferisco agire nell’ombra e non conoscere le persone che ricevono il mio piccolo contributo anche perché infliggerei loro una seconda umiliazione».
BENEFETTORE SOTTO L’OCCHIO DEI MEDIA. Con l’attenzione dei media addosso, c’è da chiedersi infatti se il «Santo» di Prato ha intenzione di continuare a intervenire in difesa dei nonni costretti a rubare nei supermarket.
«Ho chiesto consiglio su questo punto a un amico sacerdote e la sua risposta è stata: ‘Se fai del bene, nessuno se ne accorge, ma tu continua a farlo lo stesso. E se qualcuno se ne accorge, porta pazienza’. La mia paura è di passare per megalomane o esibizionista, ma credo proprio che metterò da parte ogni timore e seguirò il saggio parere del mio amico prete».
Sabato, 24 Dicembre 2011

LE PRESSIONI DELLA MASSOMAFIA SULLA COMMISSIONE EUROPEA

LA COMMISSIONE EUROPEA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE DEL PROCEDIMENTO DI INFRAZIONE PER LA VIOLAZIONE DELLA DIRETTIVA SEVESO A TRIESTE

AAG REAGISCE PRESENTANDO UNA NUOVA PETIZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO
Lubiana 23.12.2011
Dopo la richiesta di archiviazione del procedimento di infrazione contro l’Italia per la violazione della Direttiva Seveso sulla sicurezza degli impianti industriali della provincia di Trieste presentata dalla D.G. Ambiente della Commissione Europea, AAG (foto a lato, da sinistra: Vojko Bernard, Franc Malečkar, Roberto Giurastante) attacca il Commissario Europeo all’Ambiente Janez Potcnik e gli assegna la bandiera nera per il ruolo che sta avendo nella gestione deL conflitto ambientale che riguarda i progetti dei terminali di
rigassificazione nel Golfo di Trieste.
La Commissione Europea sta giocando sporco afferma AAG.
Prima ha “congelato” le inchieste sulle irregolarità della procedura di V.I.A. (Valutazione Impatto Ambientale) del progetto del rigassificatore della spagnola Gas Natural, nonostante le prove schiaccianti presentate da AAG che dimostravano addirittura la falsificazione della documentazione presentata dalla società spagnola per ottenere una più agevole autorizzazione, poi ha incredibilmente deciso di chiedere
l’archiviazione dell’inchiesta per la violazione della direttiva Seveso a Trieste dopo che era stato aperto un procedimento di infrazione contro l’Italia, ed anche in questo caso sulla base di dichiarazioni non
corrispondenti al vero fornite dalle autorità italiane.
Ma non solo, la Commissione Europea ha anche nascosto al Parlamento Europeo – che ha accolto le petizioni degli ambientalisti di AAG-Greenaction avviando un’inchiesta che vede unite le denunce sulla violazione della direttiva Seveso e sulle irregolarità degli iter autorizzativi dei terminali di rigassificazione nel Golfo di Trieste – le notizie di questa archiviazione che servirebbe a dare il via libera alla costruzione del terminale di Zaule.
Infatti la Commissione Europea D.G. Ambiente chiedeva l’archiviazione del procedimento Seveso già il 18 novembre e quattro giorni dopo (22 novembre) il Parlamento Europeo discuteva la petizione nella seduta della Commissione delle petizioni a cui partecipava anche la stessa D.G. Ambiente della Commissione per riferire sull’inchiesta. Ma nessuna notizia sull’archiviazione veniva data in quella sede facendo quindi credere che l’inchiesta era ancora aperta.
Il comportamento della Commissione Europea è altamente scorretto e sembra dettato dalle pressioni che l’Italia continua ad esercitare per ottenere il via libera ai progetti dei terminali gas nel Golfo di Trieste.
AAG ha già presentato tramite la propria rappresentanza in Italia (Greenaction Transnational) opposizione contro la richiesta di archiviazione del procedimento di infrazione per violazione della direttiva Seveso a
Trieste, ed ora anche una nuova petizione al Parlamento Europeo per la mancanza dello studio integrato sull’effetto domino nella provincia di Trieste.
AAG ritiene che il Parlamento Europeo alla luce di quanto sta accadendo debba chiedere urgentemente chiarimenti al Commissario Janez Potcnik e al Presidente della Commissione Barroso e sollecita in
tal senso gli europarlamentari ad attivarsi.

13.12.11 FIRENZE: MANIFESTAZIONE AVANTI AL TRIBUNALE CONTRO LA CORRUZIONE GIUDIZIARIA

DOMANI 13.12.2011 MANIFESTAZIONE DAVANTI AL TRIBUNALE DI FIRENZE
Dalle ore 9 alle 18
Tutte le vittime di malagiustizia e i cittadini onesti sono invitati a partecipare.
L’iniziativa parte da un gruppo di cittadini vittime di incredibili casi di corruzione giudiziaria, frodi processuali, infedele patrocinio e denegazione di giustizia, che sono state spogliate di tutti i loro beni dalla mafia delle aste e dei fallimenti.
Storie di persone laboriose le cui vite sono state distrutte da magistrati indegni, con la complicità di avvocati collusi, ufficiali giudiziari e forze dell’ordine.
Una realtà che accade qui di fronte ai nostri occhi tutti i giorni in ogni parte del Bel Paese e dell’Italia di banchieri e faccendieri.
Abbiamo scelto di partire dal Tribunale di Firenze dice Gizi Sannino uno dei promotori: “perché è la città dove operava l’ex giudice Sebastiano Puliga con la sua banda di professionisti che hanno rovinato tante famiglie fiorentine e hanno provocato gravi danni al tessuto economico di questa città. Ma come voi sapete, è una situazione che si verifica in tutto il territorio italiano”.
La serie di magistrati e politici contigui a mafia e ‘ndrangheta arrestati e condannati ultimamente dimostrano quanto sia necessario cambiare il volto non solo della classe politica ma anche della magistratura nei secoli asservita ai poteri dominanti e alla massoneria, affinché tutti i cittadini possano contare sua una giustizia vera e indipendente come quella che viene descritta nei codici e nella costituzione.
Ci ritroveremo, chiosano gli organizzatori, per chiedere alla magistratura che s’impegni a definire, mediante un vero giusto processo, quei tanti casi giudiziari che si trascinano lungamente nel tempo senza soluzione; ci ritroveremo per chiedere allo Stato di intervenire garantendo a tutti gli italiani una magistratura priva di padrini politici e interessi lobbistici, in modo che quei magistrati che non fanno il loro dovere siano tempestivamente allontanati e sostituiti.
Invitiamo i giornalisti indipendenti a dare notizia della manifestazione in modo che le cose cambino per il bene di tutti, perché i nostri uffici giudiziari siano rappresentati da una magistratura efficiente e meritevole.
Bisogna occupare le piazze di tutti i tribunali d’Italia per fare sentire la voce di chi e’ calpestato da questa giustizia massonico-mafiosa delle cricche che soffocano la democrazia e la crescita del ns. Paese

Corte Ue: legge su responsabilità civile magistrati da modificare

E’ contraria al diritto dell’Unione europea la legge italiana sulla responsabilità civile dei magistrati per i danni arrecati ai singoli in seguito a violazioni del diritto europeo.
Lo ha stabilito la Corte di giustizia della Ue in una sentenza, come riferisce oggi un comunicato.
La parte della legge contestata è quella che limita la resposabilità dello stato ai casi di dolo e colpa grave del magistrato e la esclude del tutto quando la violazione del diritto comunitario — all’origine del danno — sia stata causata da una interpretazione errata delle norme Ue o da una valutazione errata di fatti o prove.
Queste limitazioni, vigenti nell’ordinamento italiano, non sono contemplate nel diritto comunitario e pertanto non sono ammesse.
L’Italia dovrà ora conformarsi quanto prima a questa sentenza.
Ma lo farà veramente o la Casta a cui la magistratura di regime è asservita cercherà di sottrarsi al dictum della Corte di Giustizia del Lussemburgo?
http://it.reuters.com/article/topNews/idITMIE7AN01C20111124

Arrestato Giudice corrotto dalla Sacra Corona Unita

 

Il pubblico ministero di Taranto, Matteo Di Giorgio, è stato arrestato oggi dai Carabinieri del Comando provinciale di Potenza con l’accusa di concussione. Di Giorgio è stato posto agli arresti domiciliari al termine di un’inchiesta avviata circa due anni fa e basata su denunce di cittadini che si ritenevano danneggiati dal magistrato. Di Giorgio avrebbe compiuto atti contrari ai suoi doveri di ufficio per garantire l’impunità a un bar “completamente abusivo”, rivolto minacce neanche troppo velate ad un consigliere comunale, intimidazioni e molto altro, tutto in cambio di utilità. E’ il ritratto del pm che emerge dall’ordinanza con cui è stato posto ai domiciliari nella sua casa di Castellaneta, nel Tarantino. Nell’inchiesta ci sono anche altri due indagati per cui è scattato il divieto di dimora a Castellaneta.