Lettera aperta a 2 giudici della Corte d’Appello di Brescia.
Dott. Donato Pianta e Dott. Piergiorgio Dessì.
Riceviamo e pubblichiamo questa coraggiosa e vibrante lettera firmata di denuncia che attesta il grande malessere nei confronti della magistratura bresciana protesa a favorire gli interessi di pochi in danno dei cittadini.
La vostra folle e assurda sentenza n.834 del 4.7.2007, nonché chiaramente di parte, volta a ribaltare il risultato del I° grado di Bergamo a mio favore dopo circa 20 anni di sofferenza a causa di numerosi illeciti commessi da una controparte disonesta Bergamo 2 Srl con un avvocato altrettanto machiavellico e disonesto, falsificatore di documenti, il quale avendo ottenuto libertà di delinquere all’interno della causa dal mio avvocato, deceduto, commettendo crimini e falsi fin dal primo giorno dell’inizio del procedimento presso il tribunale di Bergamo. Giunti a un risultato per me positivo dopo 18 lunghi anni fatti anche di terrore per il fatto di essersi coalizzati tutti contro di me che avrei dovuto rimetterci le penne e anche tutto il resto. Non fu così poiché il GOA al quale era stata affidata la causa, ravvisando comportamenti atti a commettere falsi, avendo richiesto alla predetta società documenti che non furono mai presentati poiché avrebbero compromesso l’esito della truffa portata avanti fino ad allora, fu così che l’esito della causa mi fu favorevole, ripeto, dopo 18 anni di sofferenza. Purtroppo, dopo aver fatto goffi tentativi di ottenere un accordo senza pagare ciò che aveva deciso il predetto GOA , la predetta Bergamo 2 ricorse in appello dove il suo avvocato aveva certamente trovato degli agganci. Infatti dopo 3 anni arriva la vostra ingiusta sentenza che mette definitivamente al suolo la mia famiglia già martirizzata per anni da questi impostori. Avessi avuto il denaro sufficiente per ingaggiare un avvocato per la Cassazione, visto che l’ultimo vigliacco avvocato che mi aveva già dato il ben servito, forse a quest’ora la faccenda sarebbe risolta. Purtroppo l’azione spregiudicata del mio lestofante ex avvocato deceduto tramite i suoi eredi fu portata a compimento con la vendita di una parte della nostra casa di origine ed io per salvare mia moglie dalla pazzia dovetti cedere e pagare quanto da lui estorto. Ora la mia vecchia casa, acquistata ai tempi con sacrifici e rinunce è nuovamente sotto esecuzione forzata del tribunale grazie all’ennesima frode che subisco, e stavolta per mano vostra, poiché dalla vostra sentenza si evince chiaramente che sono state commesse delle falsità anche da parte vostra. Per noi è stato il colpo di grazia. Ma quello che è grave è che non vi siete curati di verificare le tante falsità della controparte; i tanti documenti che le mancavano per poter pretendere che io sottoscrivessi un rogito. Non vi siete curati del fatto che alla data fatidica del 12.3.1988 che voi avallate come fatto determinante in merito alle ragioni della Bergamo 2, che per la verità, non era presente presso il notaio per la compra/vendita in quella famosa data del 12.3.1088 e quindi non era neanche presente il 2 .6.1988( come aveva appurato e motivato il GOA in primo grado) mentre c’era in atti la dichiarazione del notaio scelto dal sottoscritto che attestava la mia presenza e l’assenza della Bergamo 2. E non vi siete curati del fatto che la Bergamo 2 non è stata presente presso il notaio sia la prima che la seconda volta perché era priva di abitabilità ottenuta soltanto nel mese di luglio del 1988. Dovete purtroppo rendervi conto che il vostro comportamento se non è delittuoso, doloso è quanto meno irresponsabile che andrebbe drasticamente punito se l’Italia fosse un paese normale dove la legge va applicata e non è una puttana che si vende al maggiore offerente. Siete giudici di un rango già di un certo livello, pertanto ci si chiede come abbiate fatto ad arrivarci. Ho 75 anni ma la crudeltà di questa vicenda me ne fa contare molti di più con tutto quello che mi ha causato: un cancro alla testa, la sordità, la cecità ma quello che più conta il bene e la pace familiare che non riavremo più. Non mi sarei mai aspettato che una persona quale è lei signor giudice Pianta, passata attraverso un’esperienza gravissima avesse in animo una tale voglia di punire duramente chi aveva già subito gravi sofferenze a causa di avvocati che non sarebbero degni di mettere piede in un’aula di giustizia. Io non mi suiciderò. Non l’ho fatto finora e mai lo farò perché ho rispetto per la vita, non ho la cultura della morte ma, bensì, quella della vita. Non potete farmi più male di quanto non ne abbiate già fatto e non potete pretendere che non vi maledica per il resto dei miei giorni. La lettera sarà inviata per conoscenza alla Corte d’Appello di Brescia, al Capo dello Stato e al Ministero della Giustizia.
In fede e con obiettivo e motivato rancore mi dico
Francesco Di Lorenzo
http://www.facebook.com/notes/francesco-di-lorenzo/lettera-aperta-ai-giudici-della-corte-dappello-di-brescia-sul-dolo-e-le-falsita-/587207794642553